Si complica sempre di più la vicenda della contrattazione di istituto.
Come avevamo riferito, nei giorni scorsi il Giudice del Lavoro del tribunale di Venezia aveva dato ragione alla tesi sostenuta da tempo dall’Anp secondo la quale alcune materie contenute nell’art. 6 del CCNL del comparto scuola sarebbero ormai escluse dalla contrattazione e riservate al potere organizzativo del dirigente scolastico, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 150/09.
Ma solo pochissimi giorni addietro il Giudice del Lavoro di Bologna ha preso una decisione diametralmente opposta in una causa che opponeva Flc-Cgil e Cisl-Scuola a tre istituti scolastici della provincia che pure erano difesi dall’avvocato di Stato Laura Paolucci.
Va detto, peraltro, che quelle dei giudici di Venezia e di Bologna sono solamente decisioni di primo grado che potranno essere smentite da sentenze di livello superiore (in realtà, fino ad ora, l’unica sentenza ordinaria di Tribunale è quello di Pesaro di alcuni mesi fa che diede ragione alla tesi dell’Anp).
Sta di fatto che in queste condizioni le contrattazioni di istituto rischiano di trasformarsi in semplice terreno di scontro ideologico fra le sigle sindacali e di essere sempre più legate alle interpretazioni di questo o quel Giudice del lavoro.
A questo punto saranno decisivo il percorso di un decreto legislativo predisposto a fine gennaio dal Consiglio dei Ministri che fornisce una interpretazione autentica del decreto 150/09.
Il decreto di fine gennaio stabilisce infatti in modo inequivocabile che sono tutte le norme relative ai poteri unilaterali dei dirigenti in qualità di datori di lavoro in tema di organizzazione e gestione del rapporto di lavoro sono da intendersi immediatamente applicabili. Il decreto ribadisce anche che le clausole dei contratti decentrati non conformi ai vincoli e limiti disposti dalla legge si devono intendere immediatamente disapplicate; non solo, ma chiarisce anche che i dirigenti possono adottare atti unilaterali provvisoriamente sostitutivi dei contratti decentrati su cui non sia stato raggiunto un accordo con le parti.
I tempi per l’approvazione definitiva del decreto potrebbero essere relativamente brevi: nelle prossime settimane le Commissioni parlamentari dovrebbero esprimere il proprio parere e successivamente il Governo potrebbe trasmettere il provvedimento al Quirinale per la firma definitiva.