La battaglia sulle nuove regole per la contrattazione di istituto continua giorno dopo giorno nelle aule dei tribunali, ma sembra ormai avviarsi verso la conclusione.
Con una decisione di pochi giorni fa il Tribunale di Roma ha rigetto il ricorso presentato congiuntamente da FLC-Cgil, Uil-Scuola, Cisl-Scuola, FGU-Gilda e Snals nei confronti del dirigente dell’Istituto “Armando Diaz” di Roma che aveva rifiutato di contrattare le materie previste dal CCNL all’art. 6, comma 2, lettere h), i) ed m).
Il dirigente scolastico, cioè, si era rifiutato di contrattare le modalità di utilizzazione del personale docente e Ata in rapporto al piano dell’offerta formativa al piano delle attività (lettera h), i criteri riguardanti le assegnazioni del personale docente, Ata alle sezioni staccate e ai plessi (lettera i), criteri e modalità relativi alla organizzazione del lavoro e all’articolazione dell’orario del personale docente e Ata (lettera m).
La questione è legata alle modifiche introdotte dal decreto legislativo 150/09 (il cosiddetto “decreto Brunetta”) che secondo i sindacati del comparto scuola dovrebbero entrare in vigore solo con la prossima tornata contrattuale.
Al contrario l’Anp ha sempre sostenuto la tesi opposta; in effetti in questo anno le decisioni dei tribunali si sono susseguite a ritmo sostenuto e a questo punto si può sostenere che la maggior parte di esse è congruente con l’interpretazione dell’Anp.
In ogni caso, per evitare ogni incertezza il Governo ha predisposto da tempo un decreto di interpretazione autentica che proprio la prossima settimana dovrebbe concludere il suo percorso parlamentare.
Entro il 16 luglio infatti le Commissioni parlamentari dovranno formalizzare il proprio parere in modo da consentire al Governo di adottare il provvedimento in via definitiva.
A partire dal prossimo settembre la situazione dovrebbe quindi essere chiara: sulle lettere h), i), m) dell’art. 6 non ci sarà nessuna contrattazione ma solamente informazione preventiva.
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