Il ritardo con cui procede il contratto sulla mobilità sta provocando non poche polemiche in campo sindacale e non.
Fra le diverse questioni c’è anche quella del controllo sui contratti integrativi da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministero dell’Economia.
E così (basta leggere un po’ di post su FB) molti ritengono che si tratti di una novità più o meno recente, magari introdotta dal Governo attuale considerato poco amante del confronto con le parti sociali.
In realtà le cose stanno diversamente.
Le norme risalgono esattamente a 15 anni fa e stanno scritte nell’articolo 40 bis del TU 165 del 2001, intitolato appunto “Controlli in materia di contrattazione integrativa”).
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Il primo comma dell’articolo non lascia dubbi: “Il controllo sulla compatibilità dei costi della contrattazione collettiva integrativa con i vincoli di bilancio e quelli derivanti dall’applicazione delle norme di legge, con particolare riferimento alle disposizioni inderogabili che incidono sulla misura e sulla corresponsione dei trattamenti accessori é effettuato dal collegio dei revisori dei conti, dal collegio sindacale, dagli uffici centrali di bilancio o dagli analoghi organi previsti dai rispettivi ordinamenti”.
Il comma 2 chiarisce anche che i contratti integrativi, corredati da una apposita relazione tecnico-finanziaria e da una relazione illustrativa, devono essere certificate dai competenti organi di controllo previsti dal comma precedente e devono essere trasmessi al Dipartimento della funzione pubblica e alla Ragioneria generale dello Stato, che, entro trenta giorni dalla data di ricevimento, ne accertano la regolarità.
Solo dopo che sia decorso tale termine la delegazione di parte pubblica può procedere alla stipula del contratto integrativo.
Nel caso specifico del contratto sulla mobilità, sembra che il documento con i relativi allegati sia arrivato agli organi di controllo solo il 10 marzo e quindi per sapere che fine farà l’ipotesi di contratto bisognerà aspettare ancora una decina di giorni almeno.
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