Si concluderà nelle prossime ore la complessa vicenda delle nuove regole sulla contrattazione integrativa introdotte dal “decreto Brunetta”.
Nella seduta del 22 luglio, infatti, il Consiglio dei Ministri approverà in via definitiva il testo del decreto legislativo di interpretazione autentica del decreto 150/09.
Il “decreto Brunetta” (il n . 150 del 2009) sottraeva alla contrattazione integrativa tutta la materia che concerne l’organizzazione degli uffici, rimettendola alla autonoma valutazione del dirigente preposto.
Non solo, ma il decreto precisava anche che i contratti in vigore al momento dell’entrata in vigore del decreto stesso (novembre 2009) avrebbero dovuto essere rivisti; in ogni caso le clausole non compatibili con le nuove norme avrebbero dovuto perdere ogni efficacia a partire dal 1° gennaio 2011.
I sindacati del comparto scuola hanno contrastato fin da subito la novità che, evidentemente, riduce gli spazi negoziali soprattutto a livello di contrattazione di istituto. Nel corso del 2011 la questione è finita spesso davanti ai Giudici del Lavoro che peraltro si sono pronunciati spesso a favore della tesi dell’immediata applicazione delle norme del decreto 150.
La questione è tornata alla ribalta proprio in questi giorni in quanto i sindacati si sono rifiutati di sottoscrivere il CCNI sulla mobilità annuale a seguito dei rilievi mossi dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
A questo punto il contenzioso fra l’Amministrazione e i sindacati non dovrebbero più avere ragion d’essere, in quanto il decreto che verrà approvato il 22 luglio dal Governo chiarisce una volta per tutte che le disposizioni del decreto 150/09 Brunetta sono applicabili fin da subito ai contratti integrativi.
Tutta la materia della assegnazione del personale docente e Ata ai plessi e alle classi non sarà insomma oggetto di contrattazione con le Rsu di Istituto ma sarà rimessa esclusivamente al dirigente scolastico e, per gli aspetti di carattere generale, agli organi collegiali.
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