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“Contratti di disponibilità”, si va verso il nulla di fatto

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Per i precari della scuola arriva l’ennesima brutta notizia. Dopo la stangata sui tagli agli organici, tutti confermati, sembra essere svanita nel nulla la norma che avrebbe dovuto introdurre i “contratti di disponibilità”: una sorta di ammortizzatore sociale utile a garantire la metà dello stipendio e l’anzianità lavorativa ai circa 16.500 docenti (ed altre migliaia di Ata ancora da definire) che a seguito della riduzione dei posti da settembre, dopo aver lavorato per tutto il 2008/09, si troveranno disoccupati.
Nella prima bozza del decreto anti-crisi del provvedimento non vi era traccia. Da alcuni esponenti politici, anche del  Governo, che proprio in queste ore sta ponendo la fiducia al dl, era stato però annunciato che nel testo conclusivo vi erano buone possibilità di un suo inserimento in extremis. Ora però si scopre che del provvedimento non vi sarebbe traccia.
La sua introduzione avrebbe dovuto contare sull’apporto di più istituzioni: il ministero dell’Economia, l’Inps, le Regioni e, naturalmente, il Miur. I sindacati avevano dato il loro pieno sostegno: la Uil Scuola aveva già ricevuto l’assenso di molti Governatori e Prefetti. E nei giorni scorsi era stato lo stesso responsabile del dicastero di viale Trastevere, Mariastella Gelmini, a far intendere un buon esito per la sua approvazione.
Qualcosa però non è andato per il giusto verso. Probabile, ma è solo un’ipotesi, che a far decadere la norma sul nascere (bocciando sul nascere l’annunciato emendamento al dl estivo) sia stato l’alto numero di potenziali disoccupati che da settembre avrebbero potuto farne ricorso. Comportando evidentemente una spesa non tollerabile per le casse dello Stato. Ora ai supplenti, salvo sorprese dell’ultimo momento, stavolta in positivo, non resterà altro che sperare nelle supplenze brevi. E poi presentare, come sempre, la domanda per l’indennità di disoccupazione.