Il 3,92% di tutti i contratti integrativi nella scuola riguardano (dati 2014) il personale che lavora nelle scuole “ad alto rischio educativo”, senonché le retribuzioni sono marginali. Invece la percentuale di contratti integrativi per gli insegnanti che svolgono attività sindacale è stata del 55,39%.
Lo riporta truenumbers.it, secondo cui dunque in Italia ci sono molti più insegnanti sindacalisti che ricevono un compenso extra rispetto a quelli che ricevono un’integrazione perché aiutano gli studenti stranieri e italiani “difficili”.
“Il fatto che i contratti integrativi per le zone ad alto rischio siano così pochi è la prova che gli insegnanti non sono incentivati o meglio retribuiti dei colleghi che, invece, insegnano in situazioni sociali ed economiche molto migliori”.
Lo stanziamento del ministero alle Regioni dipende dalle situazioni di difficoltà che si trovano ad affrontare gli istituti e ai progetti che mettono in atto per risolverli (per esempio corsi di lingua italiana per gli immigrati o doposcuola per i ragazzi più in difficoltà).
In ogni Regione, invece, esistono scuole che non richiedono i fondi, perché non hanno studenti particolarmente problematici e si trovano in zone socialmente privilegiate.
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