L’intesa sul contratto della scuola conterrebbe fattori di riequilibrio. In buona sostanza chiamata diretta e bonus per il merito dovranno passare dalla contrattazione.
L’accordo sembra essere vicino, non tanto per una questione di carattere economico, ma piuttosto per aspetti di carattere giuridico. Infatti per siglare il rinnovo del contratto della scuola, ormai scaduto da sette anni, dovranno essere inseriti nel contratto delle pesanti deroghe ad alcune leggi come il D.lgs. 150/2009 e la legge 107/2015.
In particolare, per quanto attiene la legge 107/2015, la questione dei criteri per gli incarichi triennali su scuola dei docenti titolari di ambito, dovrà essere contrattata e anche la distribuzione del bonus del merito dovrà passare, come accade per il fondo d’Istituto, da un confronto sindacale.
L’incontro decisivo che potrebbe sancire l’accordo tra sindacati e ministro della Funzione Pubblica è previsto per domani 30 novembre 2016 alle ore 11 a palazzo Vidoni.
I sindacati confederali chiedono certezze su risorse e applicabilità dell’accordo anche alla scuola. Chiedono soprattutto che il contratto torni ad essere lo strumento principe su organizzazione del lavoro, salario e mobilità.
Alcune indiscrezioni di provenienza politica, sostengono che l’accordo verrà esteso anche al comparto scuola e che ci sia la volontà di trovare un accordo prima del 4 dicembre.
Tuttavia c’è chi parla di accordo bluff. Infatti nessun accordo contrattuale, sostiene per esempio l’associazione nazionale presidi, può derogare leggi dello Stato. Per cui accordi di questo tipo sarebbero solo strumentali e facilmente impugnabili.
La sensazione che si respira è che l’accordo ci sarà e conterrà norme che contrastano vistosamente con alcune disposizioni legislative. Per sapere come andrà a finire basta attendere le prossime 48 ore e il quadro sarà molto più chiaro.