Mentre i sindacati minori fanno quadrato attorno allo sciopero della Scuola del 13 novembre, i Confederali si uniscono alla manifestazione nazionale di tutta la PA di sabato 28.
La decisione è stata resa pubblica nella serata di venerdì 27 ottobre, a Roma, al termine della riunione delle segreterie unitarie delle categorie di Cgil, Cisl e Uil, dopo le insoddisfacenti risposte del Governo sulla vertenza per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, scaduto dal 2009.
Fonti sindacali, fanno sapere che se le “risorse insufficienti”, messe sul piatto dal ministero della Funzione Pubblica, rimarranno tali anche nelle prossime settimane, la protesta continuerà fino alla proclamazione dello sciopero generale.
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Viene da chiedersi, tuttavia, se non sarà troppo tardi indire uno sciopero generale a metà dicembre, praticamente a ridosso dell’approvazione della Legge di Stabilità del 2016.
Tra i sindacati della scuola minori, che lo sciopero generale lo hanno proclamato per il solo settore per venerdì 13 novembre (al momento hanno aderito Cobas, Unicobas, Anief, Cub, Usi e Mida), c’è già chi sostiene che sul rinnovo dei contratti la linea morbida dei Confederali non porterà che poche decine di euro lorde mensili a dipendente: delle “briciole” che non possono soddisfare una categoria che percepisce lo stipendio più basso dalla PA e ha dovuto incassare una riforma invisa a tre dipendenti su quattro. E che si apprestano ad assistere ad un rinnovo di contratto che, con ogni probabilità, farà presto sparire pure gli scatti automatici di anzianità.
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