C’è ancora molta incertezza sul rinnovo del contratto della scuola e degli altri settori del pubblico impiego anche se nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che il MEF avrebbe dato il via libera all’atto di indirizzo per la scuola.
14 ottobre: sindacati in piazza
Le manifestazioni sindacali svoltesi oggi in molte piazze italiane e le dichiarazioni dei 3 segretari generali (Camusso a Milano, Furlan e Firenze e Barbagallo a Matera) ne sono una testimonianza indiretta.
Una delle richieste che i sindacati confederali hanno portato in piazza nella giornata del 14 ottobre riguarda proprio “la piena copertura finanziaria per il rinnovo e la rapida e positiva conclusione dei contratti del pubblico impiego”.
Mancano ancora le risorse
D’altra parte è molto improbabile che l’atto di indirizzo possa già contenere l’autorizzazione a spendere 85 euro per ciascun dipendente del comparto scuola, dato che per il momento le risorse stanziate sono ancora molto al di sotto di questo tetto.
Tutti e tre i leader sindacali hanno chiesto al Governo di fare in fretta e di dare risposte precise in occasione dell’incontro già programmato per la giornata del 16 ottobre.
A richiamare il tema dei contratti pubblici è stata in particolare Annamaria Furlan, ma anche Susanna Camusso ha sottolineato che nella legge di bilancio devono esserci impegni chiari rispetto alle richieste sindacali parlando di una possibile mobilitazione unitaria in caso di risposte inadeguate.
E’ possibile comunque che il MEF abbia già dato via libera alla parte normativa del contratto che potrebbero contenere qualche apertura sulle questioni del bonus premiale e della chiamata diretta, anche se al momento attuale è difficile capire in che modo le rigidità della legge 107 potranno essere piegate alla richiesta sindacale di riportare tutto al tavolo contrattuale.
L’atto di indirizzo
Allo stato attuale, lo scenario più probabile è che l’atto di indirizzo contenga le linee guida del contratto e che subito dopo l’approvazione della legge finanziaria il Governo provveda ad aumentare le risorse a disposizione per la parte economica.
Per intanto, come abbiamo detto, l’unica cosa certa è che Cgil, Cisl e Uil non sono per nulla soddisfatti della situazione e intendono fare pressioni sul Governo per convincerlo ad allentare i cordoni della borsa.
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