Gli aumenti previsti dal contratto degli statali siglato nei giorni scorsi non decorrono dal gennaio 2018 ma dal mese di marzo.
In pratica si tratta di un monte-stipendi di circa 130 euro lordi medi pro-capite che non verrà messo in busta paga nei mesi di gennaio ma servirà probabilmente per “far quadrare i conti” di un contratto che si è rivelato davvero difficile da gestire sotto il profilo contabile.
Va anche detto che il “risparmio” che consegue dal rinvio dell’aumento è anche leggermente superiore perché la stessa tredicesima mensilità del 2018 potrebbe risentirne.
Ancora una volta, per scoprire queste “chicche” del contratto è sufficiente esaminare le tabelle allegate alla ipotesi di accordo
Tabelle che, tuttavia, contengono anche qualche piccola buona notizia.
Con il nuovo contratto, infatti, l’indennità di vacanza contrattuale verrà conglobata nello stipendio tabellare; ma non c’è da esultare perché l’indennità scatterà solo da aprile 2018 e sarà di entità molto contenuta: si va dai 123 euro annui per gli stipendi più bassi per arrivare ai 234 di quelli più alti.
E, per concludere, due parole sugli arretrati relativi agli anni 2016 e 2017 (anzi a questo punto anche al periodo gennaio-febbraio 2018 che non risulta coperto dall’aumento a regime).
Per il 2016 gli arretrati sono pari a 82 euro per gli stipendi più bassi e a 159 per quelli più alti. Per il periodo gennaio 2017/febbraio 2018 si va da 288 a 554. In totale l’aumento varierà da 370 a 712 euro. Ovviamente si sta parlando si cifre lorde che in busta risulteranno pressoché dimezzate.
Si tratta, è bene ripeterlo ancora, di quanto previsto per i dipendenti dei Ministeri ma il “modello” riguarderà certamente anche la scuola: quindi anche per docenti e Ata gli aumenti potrebbero decorrere quasi certamente da marzo e anche per il comparto scuola gli arretrati non supereranno le cifre di cui abbiamo detto.
A partire dalla prima settimana di gennaio, però, se ne potrebbe sapere qualcosa di più.
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