Contratti

Contratto: c’è l’atto di indirizzo ma mancano ancora i soldi

L’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto firmato dalla ministra Marianna Madia contiene diversi punti che meritano di essere illustrati.

LE RISORSE FINANZIARIE

Cominciamo dalla questione delle risorse finanziarie. Complessivamente l’atto di indirizzo mette a disposizione un miliardo e 350 milioni (ma un centinaio di milioni sono riservati a Università e Ricerca).
Per i dirigenti scolastici per il momento ci sono 18 milioni di euro. Mancano nel conto ancora i soldi che verranno stanziati dalla legge di bilancio che nei prossimi giorni dovrebbe essere depositata in Parlamento.
Ma per inserire nell’atto di indirizzo ulteriori risorse è necessario che la legge di bilancio venga approvata.
Quindi possiamo dedurne che, almeno in una prima fase, al tavolo della trattativa si parlerà solamente delle questioni normative e non di quelle economiche.

VALUTAZIONE DEL PERSONALE

Il nuovo contratto potrebbe contenere disposizioni applicative in materia di valutazione e delle professionalità (si parla di “valorizzazione degli apporti individuali all’organizzazione”)
Cade l’idea di rivedere l’orario di servizio dei docenti (“fermi restando i livelli del vigente orario obbligatorio”, si legge in un inciso) ma si parla anche di “declinare chiaramente la definizione delle attività funzionali all’insegnamento”.

MOBILITA’ E FORMAZIONE

D’ora in poi la contrattazione sarà triennale anche quella relativa alla mobilità (trasferimenti, passaggi di ruolo, utilizzazioni e assegnazioni provvisorie).
Si prevede anche una maggiore attenzione nei confronti della formazione del personale docente e Ata.

NON SARA’ FACILE CONTRATTARE SULLA 107

Per il resto nulla di ciò che i sindacati si aspettavano: nessun riferimento alla possibilità di portare al tavolo contrattuale i nodi irrisolti della legge 107 (chiamata diretta e bonus premiale innanzitutto); anzi, per la verità, l’accenno alla necessità di tenere in considerazione quanto già previsto dal decreto 150/2009 in materia di valutazione fa pensare che non ci sia nessuna intenzione di tornare indietro sulla questione del bonus.

A conti fatti un atto di indirizzo scontato che non piacerà ai sindacati e che peraltro non consentirà neppure di entrare nel merito della questione stipendiale.
E’ probabile, quindi, che la vera contrattazione prenderà avvio verso la metà dicembre quando cioè la legge di bilancio sarà in dirittura d’arrivo. La chiusura definitiva ci sarà, nella migliore delle ipotesi, a febbraio, nel pieno della campagna elettorale.

Reginaldo Palermo

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