Con un post pubblicato poche ore fa sulla sua bacheca, il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, racconta come stanno le cose sul contratto scuola.
TRATTATIVA: COME PROCEDE?
“Sul web – dice Di Meglio – circolano notizie sui contenuti del contratto scuola e sulle nefandezze in esso contenute ed è quindi opportuno fare un po’ di chiarezza”.
Questi i fatti, secondo Di Meglio.
“Il tavolo del comparto Istruzione, Università e ricerca non è stato ancora neppure avviato. Ha avuto luogo una prima riunione limitata alla semplice esposizione dell’atto di indirizzo, peraltro del tutto generico. Le risorse: sono gli 85 euro medi, lordi pro-capite concordati l’anno scorso tra CGIL,CISL e UIL ed il governo, somme che diverranno disponibili con la legge finanziaria in corso di approvazione alle Camere”.
“Sono cifre bassissime – aggiunge Di Meglio – ma l’Aran non disporrà, salvo emendamenti dell’ultima ora, di altro e quindi sarà impossibile cavare sangue dalle pietre”.
PROBLEMI ANCHE SULLA PARTE NORMATIVA
Ma le cattive notizie non sono finite: “Sulla parte normativa non esiste ancora nulla e, ovviamente ci batteremo con tutte le nostre forze per evitare qualsiasi peggioramento e se possibile strappare miglioramenti”.
E allora, quali potrebbero essere gli sviluppi?
“L’ipotesi più realistica – sostiene il coordinatore della Gilda – è che si avvicinano le elezioni politiche ed il Governo preme per chiudere rapidamente, ritenendo che qualche centinaio di euro di arretrati possa ben disporre i pubblici dipendenti”.
“D’altronde – conclude Rino Di Meglio – l’unico contratto su cui si disponga di una bozza è quello delle ‘Funzioni centrali’ (ministeriali ed altri enti pubblici).
In sostanza di tratta per il 95% di copia ed incolla del precedente, senza modifiche. In definitiva, la parte normativa è molto complessa, quindi si potrebbe profilare, per tutti i comparti, una specie di contratto solo economico, la conferma dello status quo e l’elargizione rapida del poco disponibile, con rinvio al futuro sul resto”.
CHIUDERE PRESTO E BENE RESTA UNA CHIMERA
Conclusione che coincide perfettamente con quanto da noi già preannunciato in articoli precedenti e che sembra smentire del tutto gli annunci del “chiudere presto e bene” lanciati già due mesi dai sindacati confederali.
Intanto sta emergendo un ulteriore, difficilissimo, problema da affrontare e da risolvere. L’accordo del 30 novembre 2016 prevede che le risorse contrattuali debbano essere utilizzate anche per sostenere le retribuzioni più basse: nella scuola questo significherebbe dare qualche aumento più alto ai collaboratori scolastici e più basso ai DSGA e ai professori di scuola superiore con molti anni di servizio.
RIEQUILIBRARE GLI STIPENDI: SINDACATI INDISPONIBILI?
Ma – secondo le notizie che stanno filtrando in questi giorni – i sindacati del comparto si sarebbero già dichiarati indisponibili per una operazione di questo genere e avrebbero intenzione di proporre aumenti uguali per tutti.
Non è chiaro però se l’ “uguale” si riferisce al valore assoluto dell’aumento o al valore percentuale: in questo secondo caso i DSGA potrebbero arrivare anche a 110-120 euro (lordi) di aumento mentre i collaboratori scolastici non andrebbero molto al di là di 60-65 euro.
Insomma, la “coperta corta” metterà in difficoltà gli stessi sindacati che dovranno decidere in che modo distribuire gli aumenti.
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