Contratto, assunzione dei docenti precari, salvaguardia degli organici: sono queste le principali rivendicazioni dei sindacati confederali della scuola che il 18 febbraio scorso hanno aperto ufficialmente le ostilità proclamando lo stato di agitazione del comparto scuola.
Decisione analoga della Gilda degli insegnanti il cui comunicato contiene però una leggera ma significativa differenza rispetto a quello dei confederali: mentre Gilda si richiamata alle conseguenze della legge n. 53 "sull’assetto organizzativo e funzionale della scuola", l’accenno dei confederali su questo punto appare più blando (Cgil, Cisl e Uil si limitano a rivendicare "la salvaguardia degli organici e dell’offerta formativa, in conseguenza degli effetti della legge 53").
Può darsi che si tratti solo di sfumature, ma resta il fatto che la "battaglia del tutor" sembra aver perso vigore dopo che l’Indire ha aperto l’area di formazione sul docente-tutor provocando una presa di posizione sostanzialmente blanda dei confederali.
Adesso la parola passa all’organismo di conciliazione previsto dalla legge che ha tempo alcuni giorni ancora per convocare le parti; ma a questo punto la proclamazione dello sciopero appare assai più complicata del previsto tenuto anche conto che in pratica ogni dichiarazione di sciopero resta interdetta dal 22 marzo al 10 aprile.
Le norme attuali infatti non consentono gli scioperi nei 5 giorni precedenti e nei 3 successivi alle festività pasquali e neppure nei 5 precedenti e nei 5 successivi alle consultazioni elettorali.
Inoltre proprio in queste ore l’Unicobas ha indetto per il 14 marzo uno sciopero generale della scuola con manifestazione nazionale a Roma.
L’Unicobas chiede non solo la riapertura del contratto scaduto a fine 2003, ma anche il ritiro dei decreti attuativi, la salvaguardia degli organici in tutti gli ordini scolastici e l’immissione in ruolo del personale docente precario già a partire dal prossimo settembre.
L’iniziativa di Unicobas rischia di scombinare i programmi di Cgil, Cisl e Uil dal momento che fra uno sciopero e l’altro devono intercorrere almeno 8 giorni: durante il mese di marzo i confederali non avranno quindi più la possibilità di proclamarne uno proprio; volendo, potrebbero aderire alla protesta indetta da Unicobas, ma la cosa appare alquanto improbabile.
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