Forse ad una svolta il contratto dei dirigenti scolastici, scaduto ormai da più di 3 anni.
Secondo alcune (attendibili) indiscrezioni l’atto di indirizzo sarebbe ormai pronto: il comitato di settore in cui sono presenti i Ministeri dell’Istruzione, della Funzione pubblica e dell’Economia avrebbe già pronto il documento e starebbe aspettando il via dal Governo per poterlo inviare all’Aran.
D’altronde l’atto di indirizzo della Area I della dirigenza che riguarda tra gli altri, oltre ai dirigenti dei CSA e delle direzioni regionali, i dirigenti tecnici (gli ex-ispettori, per intenderci), pochi giorni fa è stato trasmesso all’Aran che ha già convocato le parti per il prossimo 21 marzo.
Entro la fine del mese stessa sorte potrebbe toccare alla trattativa per i capi di istituto.
L’obiettivo di equiparare pienamente gli stipendi di presidi e direttori a quelli degli altri dirigenti statali appare difficile da raggiungere, dal momento che – per quanto riguarda la quota accessoria – le distanze continuano ad essere notevoli.
Ma probabilmente il contratto potrebbe portare nelle tasche dei dirigenti scolastici aumenti dell’ordine del 10% (poco meno del 6% per la parte relativa al primo biennio economico 2002-2003 e del 4% per il periodo 2004/2005).
L’aumento potrebbe essere anche più consistente se il leghista Roberto Maroni dovesse assumere una posizione più morbida nella riunione fra ministri economici prevista per domani: "Niente aumenti per gli statali" sostiene il Ministro della Lega, che però dovrà fare i conti con gli alleati di Governo e in particolare con Udc e Alleanza Nazionale che sembrano intenzionate ad allentare i cordoni della borsa, anche in vista della ormai imminente scadenza elettorale.
In ogni caso per finanziare il contratto dei dirigenti ci vorranno non meno di 80milioni di euro all’anno, parte dei quali sono di fatto già disponibili in quanto si riferiscono a leggi finanziarie approvate.
E se nelle prossime ore da Palazzo Chigi dovesse arrivare qualche segnale di apertura sulla questione complessiva dei contratti pubblici, lo sciopero già proclamato per il prossimo 18 marzo potrebbe incominciare a vacillare.
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