La ministra della pubblica Istruzione Valeria Fedeli dichiara che il nuovo contratto della scuola arriverà tra marzo e aprile 2017.
Un bell’auspicio che non può che fare piacere, ma dubitare che si possa in poco meno o poco più di due mesi arrivare a chiudere il contratto collettivo nazionale della scuola è più che lecito.
Bisogna tenere conto delle realtà delle cose e non soltanto delle dichiarazioni, rilasciate dalla ministra Fedeli, che ci fanno vedere punti di arrivo, piuttosto che orizzonti lontani. Le trattative sul contratto della scuola non sono nemmeno iniziate e non sarà una passeggiata spensierata fare un contratto unico per ben 5 ex comparti della conoscenza.
Secondo il nostro punto di vista il CCNL scuola che è ormai scaduto da oltre 7 anni si dovrebbe rinnovare anche alla luce della delega sulla riscrittura del testo unico della scuola. Ma c’è il fatto che tale legge delega è l’unica a essere stata bloccata, in previsione di un percorso di disegno di legge ad hoc.
Poi c’è un altro punto che pregiudica l’auspicio della ministra Valeria Fedeli, è la mancanza delle risorse economiche adeguate per contrattare. In buona sostanza il vero problema su una possibile chiusura del nuovo CCNL scuola sono proprio le risorse finanziarie, perché per arrivare agli 85 euro medi già concordati ne mancano la metà, quota che dovrebbe essere introdotta nella finanziaria 2018. Come si fa a chiudere un contratto con soldi che non ci sono ma che si suppone possano arrivare?
Inoltre c’è da dire che una contrattazione molto meno complessa, come quella sulla mobilità 2017/2018, si sta trascinando da novembre 2016 e non è detto che troverà il suo epilogo il prossimo 30 gennaio 2017. Quindi se per una contrattazione come quella della mobilità sono serviti e ancora non sappiamo se ci saranno ulteriori incontri, almeno 3 mesi di trattative, come è possibile auspicare che per il rinnovo del contratto della scuola tutto si possa risolvere tra marzo e aprile 2017?
Staremo a vedere come andranno effettivamente le cose, magari alla fine si troveranno le risorse economiche anche per gli arretrati che dovrebbero decorrere dal giugno 2015, il nuovo Testo Unico verrà approvato velocemente, allora tutto potrebbe risolversi in poco tempo. Tuttavia sembra giusto dubitare e non illudere migliaia di docenti che sull’aumento di stipendiano ci contano e spererebbero anche nel recupero dell’annualità 2013 per la progressione delle classi stipendiali.
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