Politica scolastica

Contratto di Governo del M5S: poco spazio per la scuola

Pubblicata nel Blog del M5S la bozza del “contratto” che il M5S potrebbe proporre alla Lega (o al PD) per la formazione del Governo.

Interesse modesto per la scuola

Esaminando le parti che più direttamente riguardano la scuola emerge che in realtà l’attenzione su questo settore è davvero modesta e molto generica.
“Le parti – si legge nel documento – concordano sull’urgenza di costruire un futuro per giovani e famiglie. Ritengono che sia di primaria importanza prevenire e punire tutte le forme di violenza contro le donne o i bambini e promuovere i valori della convivenza civile nell’educazione scolastica. Convengono sulla necessità di politiche di sostegno alle famiglie. Nel novero delle misure da adottare vi sono l’espansione della rete dei servizi per la prima infanzia e dei servizi per la cura delle persone a carico”.
E ancora: “Sia per i giovani, sia per le imprese, è necessario investire sulla formazione e sull’istruzione universitaria”.
Si tratta di un elenco di “principi” talmente generali che, ovviamente, non può che trovare tutti d’accordo: potrebbe mai esserci qualcuno che sostenga che non è importante “promuovere i valori della convivenza civile nell’educazione scolastica” ?
Certamente tutte le forze politiche, da Potere al Popolo fino a Fratelli d’Italia, sono d’accordo su questo principio; le divergenze emergono quando si inizia ad entrare nel merito delle questioni e soprattutto quando si parla delle risorse da investire per raggiungere l’obiettivo.

Tre punti specifici: istruzione professionale, pratica motoria e servizi per l’infanzia

Meno generici sono tre punti che vengono richiamati nel documento: potenziamento dell’istruzione professionalizzante di qualità, diffusione e incremento della pratica motoria nel sistema scolastico e, come abbiamo già detto, incremento dei servizi per l’infanzia.
Insomma, per ora non c’è nulla che riguardi l’impianto del sistema scolastico, la valorizzazione del ruolo professionale dei docenti, la riduzione del precariato e la diffusione delle tecnologie didattiche.
Senza considerare che anche parlare di “servizi per l’infanzia” potrebbe far storcere il naso ad una parte non minoritaria del mondo della scuola che non è affatto d’accordo sul considerare la scuola dell’infanzia un “servizio” alla stregua di altri servizi pubblici trattandosi invece di una istituzione di rilevanza costituzionale.
Insomma, non è detto che il “contratto” venga accolto con particolari favori dal mondo della scuola.

 

Reginaldo Palermo

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