Alla Senatrice del PD Simona Malpezzi abbiamo chiesto un suo parere sul punto 27 del “Contratto di Governo Lega-M5S” relativo alla scuola.
Qual è stata la sua prima impressione dopo aver letto la pagina dedicata alla scuola?
Estrema genericità, con molti luoghi comuni e anche qualche falsità. Ovviamente c’è anche la messa alla prova: vedremo cosa faranno.
Perché le parla di falsità?
Per esempio loro parlano di tagli lineari, che a dire il vero non abbiamo praticato certamente noi
E per il resto?
Parlano di edilizia scolastica e va bene, ma riusciranno a stanziare almeno gli stessi 10 miliardi che abbiamo stanziato noi?
Riusciranno poi a risolvere il problema del precariato investendo la stessa cifra che avevamo messo noi e cioè 4 miliardi?
E poi, visto che a suo tempo avevano votato contro la formazione dei docenti, come mai adesso la mettono nel programma?
E vogliamo ricordare che in Commissione avevano votato a favore del nostro modello transitorio di reclutamento (parlo del decreto legislativo 59, per intenderci)? Adesso cosa vogliono fare? Lo vogliono smantellare?
Tra l’altro nel programma si parla di maestre, come se non ci fossero anche maestri, insegnanti uomini e donne: ma quale idea di scuola hanno?
Allora non le piace proprio nulla di questo programma…
Insomma, quando dicono che vogliono evitare i trasferimenti dei docenti e che per esempio l’insegnante di sostegno deve stare sulla propria cattedra per 5 anni, cosa intendono con precisione? Che si modifica la mobilità?
E come intendono intervenire sul problema del sud dove i posti non ci sono? Mi sembra che si tratti di un programma pieno di slogan.
Cosa avrebbe voluto leggere nel programma?
Mancano numeri e dati; mi aspettavo un piano serio: per esempio non si spiega in alcun modo come procedere per il rientro dei professori.
Io voglio confrontarmi sui numeri e mi aspetto di vederli al più presto, a partire dal DEF
Se lei dovesse usare un aggettivo per sintetizzare il programma quale sceglierebbe fra questi tre, realistico, utopistico o modesto?
Modesto, assolutamente modesto, anzi direi banale; magari fosse utopistico perché allora sarebbe un programma che fa sognare, un programma con qualcosa di nuovo. Comunque io aspetto di vedere cosa succederà.
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