Il direttore generale del Piemonte invia alle scuole una circolare sulla questione della contrattazione integrativa di istituto ma incassa subito lo stop dell’Anp.
L’11 aprile, con una nota inviata agli uffici provinciali e ai dirigenti scolastici, il direttore generale Francesco De Sanctis interviene sulla questione della contrattazione integrativa e del suo rapporto con il contratto nazionale per ricordare che in materia di assegnazione del personale ai plessi va applicata la nota ministeriale n. 6900 del 1° settembre scorso e che, comunque, le operazioni sono oggetto di semplice informativa sindacale.
Più complessa sarebbe, secondo l’USR del Piemonte, la gestione delle materie relative alle lettere h), i) e m) dell’articolo 6 del CCNL (modalità di utilizzazione del personale docente e ATA in rapporto al piano dell’offerta formativa, ricadute sull’organizzazione del lavoro e del servizio derivanti dall’intensificazione delle prestazioni legate alla definizione dell’unità didattica, rientri pomeridiani, criteri e modalità relativi alla organizzazione del lavoro e all’articolazione dell’orario del personale docente e Ata).
Si deve tenere conto, si legge nella circolare, che vi è un “labile confine tra l’ambito della concreta organizzazione del lavoro (ambito escluso dalla contrattazione) e l’ambito dei diritti e degli obblighi pertinenti al rapporto di lavoro (ambito della contrattazione)”.
Pertanto il direttore regionale auspica che i dirigenti scolastici – anche allo scopo di limitare il contenzioso – vogliano promuovere “un confronto nel merito, anche, ma non necessariamente, attraverso lo strumento della contrattazione, sui ‘criteri’ e sulle ‘modalità’ citate nella normativa in oggetto, atteso che gli stessi sono comunque da determinare in via preventiva”.
La replica dell’Anp non si fa attendere. A commentare la circolare torinese interviene Valentino Favero, della segreteria nazionale Anp, che usa toni ironici ma puntuali.
“Secondo noi – afferma Favero – la circolare va respinta in primo luogo perché tratta materia non di competenza del direttore dell’USR ed in secondo luogo perché propone una patente violazione del D.Lgs. 150 quando suggerisce che le ‘materie indicate all’art. 6, comma 2, lett. h), i), m)’ possano essere affrontate anche nell’ambito della contrattazione integrativa di istituto”.
Per Favero, poi, “non ha alcun senso parlare di ‘labile confine’ , espressione che non rientra in nessuna classificazione giuridica (e neppure scientifica anche considerando il concetto di ‘limite’)”.
“A meno che -ironizza Favero – non ci si voglia riferire al tempo intercorso tra il momento in cui Monsieur Jacques de Lapalice respirava ed il momento in cui non respirava più”. “
Battute a parte – spiega Favero – va detto che le sentenze che si sono succedute in questi mesi sono tutte a favore della nostra tesi; in molti casi le sentenze hanno anche ribaltato i decreti provvisori del giudice del lavoro”
“Insomma – prosegue Favero – non c’è proprio nulla di controverso e quello del direttore De Sanctis è solamente un abile argomento retorico, ma non giuridico, costruito ad arte per compiacere ai sindacati del personale”.
“Il che – conclude il dirigente dell’Anp – va esattamente nella direzione opposta a quella desiderata dallo stesso direttore regionale: secondo noi questa circolare, invece di risolvere il contenzioso sulla contrattazione integrativa di istituto, contribuirà ad alimentarlo”.
Tutto questo accade mentre a livello nazionale si riapre la battaglia sul contratto integrativo in materia di mobilità annuale: lo scorso anno i sindacati non firmarono il contratto proprio perché gli articoli sulla assegnazione del personale ai plessi erano stati cassati dalla Funzione Pubblica. Quest’anno la questione si sta riaprendo anche se è ancora presto per dire quale soluzione verrà adottata.
Certo è che appare improbabile che il contratto non venga sottoscritto per il secondo anno consecutivo.
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