Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione svoltasi nella giornata dell’11 aprile fra Aran e sindacati per il contratto di ingresso dei dirigenti scolastici.
Le organizzazioni sindacali presenti sono rimaste ferme sulle posizioni già espresse nei giorni scorsi.
L’Anp rivendica il pieno allineamento al trattamento economico dei dirigenti della I area contrattuale, ma per raggiungere questo obiettivo i 240 miliardi messi a disposizione del Governo dovrebbero quasi raddoppiare.
In pratica l’Anp ritiene insufficiente l’aumento di circa 800mila lire nette offerto dal Governo e rivendica stipendi di almeno 1.350.000 mensili superiori a quelli attuali.
E così l’Anp nel comunicato diramato a conclusione del’incontro "esprime il convincimento che le strade per la conclusione del contratto siano divenute estremamente anguste, anche se questo non farà venir meno la disponibilità dell’Associazione a proseguire nella trattativa, per senso di responsabilità nei confronti della categoria".
Oltre alle dichiarazioni dell’Anp si registra per ora solamente un asettico comunicato dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici), mentre i sindacati confederali tacciono: la mancanza di un comunicato unitario di Cgil, Cils e Uil viene letta da più parti come la conferma delle difficoltà che stanno emergendo anche fra le tre organizzazioni.
Difficoltà che si sono acuite proprio nelle ultime ore dopo la vicenda del parere contrario espresso dal Cnpi sulla riforma dei cicli e che sta mettendo in crisi l’unità confederale (al Cnpi, la Cisl – insieme con Gilda e Snals – ha votato una mozione contro l’avvio della riforma, mentre la Cgilscuola ha abbandonato la seduta facendo venir meno il numero legale).
D’altronde l’Aran stessa sembra intenzionata a sottoscrivere l’accordo solamente a condizione che vi sia un ampio consenso fra le parti; in pratica questo significa che per la chiusura della trattativa è indispensabile l’accordo dei confederali oltre che dell’Anp.
Si tratta di una condizione difficile, ma non impossibile, da ottenere: il fatto che sia già stato fissato un ulteriore incontro per il prossimo venerdì 20 aprile dimostra che esiste la volontà delle parti di proseguire nella discussione per dare certezza normativa (oltre che retributiva) ai 10mila e più capi di istituto che dal settembre scorso sono diventati dirigenti.
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