Dal 20 aprile 2018, la Scuola ha finalmente il suo nuovo contratto di lavoro. Anzi, non solo la Scuola. Perché il documento, sottoscritto da Flc-Cgil, Cisl e Uil, poi anche la Gilda con “riserva”, riguarda 1.191.694 docenti a Ata. Ma nel “compartone” si aggiungono 53.000 lavoratori delle Università (esclusi docenti universitari), 24.000 degli Enti di ricerca e 9.500 dell’Afam.
Il nuovo contratto prevede un incremento stipendiale complessivo medio di 96 euro al mese per i docenti delle scuole (gli aumenti vanno da 80,40 euro a 110 euro), mentre per il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) l’incremento medio è di 84,5 euro (si va da 80 a 89 euro), per l’università di 82 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l’area amministrativa della ricerca di 92 euro, per l’Asi di 118 euro.
Ai docenti dell’Afam andranno 105 euro in più. È stato, infine, salvaguardato il bonus di 80 euro del Governo Renzi per le fasce retributive più basse e applicata la “perequazione” per gli stipendi più bassi.
Oltre agli aumenti contrattuali, tra le novità previste dalla nuova normativa ci sono i congedi per le donne vittime di violenza, il cosiddetto “diritto alla disconnessione” e l’applicazione delle norme previste per coloro che contraggono matrimonio, anche alle unioni civili, e quindi anche a persone dello stesso sesso.
Andiamo con ordine. Il diritto alla disconnessione riguarda email, messaggi whatsapp e telefonate da parte della scuola in qualsiasi ora del giorno e della notte.
Nell’ultimo periodo, infatti, proprio grazie alle nuove tecnologie interattive la convocazione di un consiglio di classe, di un collegio docenti, o la partecipazione ad una attività, in determinate scuole è divenuta quasi una prassi comunicarla in orario diverso da quello di servizio: in orario, hanno fatto osservare i sindacati, in cui l’insegnante avrebbe diritto alla propria vita personale e familiare.
Per evitare il ripetersi di questa tendenza, ora il nuovo contratto prevede che se il dirigente scolastico dovrà inviare una mail al di fuori dell’orario di servizio ciò dovrà essere previsto dalla contrattazione di istituto.
Per quanto riguarda, invece, i congedi per le donne vittime di violenza, la lavoratrice, inserita nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, debitamente certificati, ha diritto ad astenersi dal lavoro, per motivi connessi a tali percorsi, per un periodo massimo di congedo di 90 giorni lavorativi, da fruire nell’arco temporale di tre anni, decorrenti dalla data di inizio del percorso di protezione.
Via libera, anche alle unioni civili tra persone dello stesso sesso: ciò significa che tutte le norme riferite al matrimonio valgono anche per le unioni civili, come prevede la legge approvata dal governo Renzi.
Il nuovo Ccnl, invece, non prevede un aumento dell’orario di servizio. Come rimangono invariati anche le ferie e i premessi, sia per i docenti che per gli Ata. E viene rinviata a una “successiva sequenza contrattuale” la parte sulle sanzioni disciplinari.
Una novità, su quest’ultimo versante, tuttavia c’è: sono le misure disciplinari da adottare per chi utilizzerà in modo improprio i canali di comunicazione informatici o i social per relazionarsi con gli studenti.
Infine, d’ora in poi saranno licenziati tutti quei docenti che dovessero mettere in atto comportamenti o molestie di carattere sessuale nei confronti dei loro alunni.
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