Si incrina il fronte sindacale dopo l’incontro svoltosi a Palazzo Chigi nella serata del 15 marzo: il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani dichiara che la distanza fra le richieste del sindacato e le offerte del Governo rimane molto alta, mentre Savino Pezzotta, leader della Cisl, sostiene che il contratto va firmato nell’arco di pochi giorni, lasciando intendere che forse le posizioni non sono poi così lontane.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ed il ministro della Funzione pubblica Baccini hanno messo sul piatto l’offerta del Governo: 95 euro medie di aumento.
Nel dettaglio si tratta di 86 euro per i ministeriali, 89 per la scuola, 76 per gli enti locali e 103 per gli enti pubblici non economici.
Tenuto conto che i dipendenti interessati al rinnovo contrattuale sono circa 3milioni (di cui un milione fra insegnanti e ATA), il costo complessivo ammonta a poco meno di 3miliardi e mezzo di euro che corrisponde appunto ad un aumento contenuto nel 4,3% per il biennio 2004-2005, allineato dunque al tetto di risorse stanziate con la legge finanziaria.
Come è noto i sindacati chiedono aumenti dell’8 per cento e pertanto una chiusura immediata della trattativa appare improbabile, anche se la ormai imminente scadenza elettorale potrebbe modificare non poco tempi e modi della vertenza.
Nel corso dell’incontro è stato messo a punto anche un primo calendario di incontri tecnici relativi ai singoli comparti.
Nella giornata del 16 marzo ci saranno le prime riunioni, è probabile che il comparto scuola possa essere interessato a partire dalla prossima settimana.
Per intanto lo sciopero di venerdì 18 è confermato ed è facile prevedere che sulle cifre dell’astensione la battaglia fra le parti sarà particolarmente vivace.