Se il nuovo Contratto di Governo M5S-Lega verrà rispettato, il problema del precariato e dei diplomati magistrale potrebbe essere finalmente superato: dobbiamo aspettarci una politica di reclutamento massiccia? La domanda è stata posta il 17 maggio dalla redazione di Radio Cusano al nostro direttore Alessandro Giuliani: “Non lo possiamo dire ancora – ha replicato il direttore – ma leggendo la parte del contratto M5S-Lega che tratta il precariato e il nodo dei maestri con diploma magistrale espulsi delle GaE, si prevede una ‘infornata’ di assunzione, una sorta di ‘sanatoria’, con decine di migliaia di supplenti con oltre tre anni di servizio svolto che verrebbero assunti a tempo indeterminato, dopo una fase cosiddetta transitoria: ci sono da coprire quasi 100mila posti”.
Nello stesso contratto è stato però posto, probabilmente dalla Lega Nord, un vincolo non da poco: attuare le prossime immissioni in ruolo con “nuovi strumenti che tengano conto del legame dei docenti con il loro territorio, affrontando all’origine il problema dei trasferimenti (ormai a livelli record), che non consentono un’adeguata continuità didattica”.
“L’intenzione è associare l’assunzione a tempo indeterminato – spiega Giuliani – con la provincia dove è stata attuata, in modo da sfavorire la pratica di essere assunti in ruolo, svolgere l’anno di straordinariato e poi chiedere l’assegnazione provvisoria in attesa di tentare il trasferimento dopo tre anni dal ruolo”. In pratica, regionalizzando i concorsi, si obbligano i vincitori del bando a rimanere a lungo (cinque anni?) nella provincia dove si è preso il ruolo.
Durante la trasmissione si è anche parlato di cancellazione delle classi “pollaio” (“sarebbe auspicabile ridurre gli attuali ‘tetti’, peraltro nemmeno sempre rispettati, soprattutto in presenza di alunni disabili, infatti spesso costretti ricorrere in tribunale”); di edilizia scolastica (“c’è una normativa che i presidi devono rispettare, pur essendo ministri senza portafoglio”); di formazione professionale permanente (“in linea con quanto stabilito dalla Buona Scuola sull’aggiornamento obbligatorio”) e conferma dello stesso insegnante di sostegno per un intero ciclo di studi (“una decisione che non trova d’accordo diverse associazioni di categoria”) di cancellazione della chiamata diretta e delle novità previste dagli impegni che sta sottoscrivendo il Governo in via di insediamento.
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