Attualità

Contratto mobilità annuale: per Uil Scuola è un passo indietro; Cisl Scuola: “I vincoli li prevede la legge, con il contratto li abbiamo attenuati”

Sull’esito del contratto su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie è polemica fra Cisl Scuola e Uil Scuola.
Come è noto il CCNI è stato sottoscritto nelle ultime ore senza che sia stato però possibile eliminare completamente i vincoli per tutti i neoassunti, vincoli che peraltro sono previsti dalla legge stessa.

Uil Scuola fa osservare che “nell’anno scolastico 2022/23, grazie all’ultrattività del contratto integrativo sugli utilizzi e le assegnazioni provvisorie e ad una intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, firmata anche dalla UIL Scuola Rua, si è permesso a tutti i docenti assunti in ruolo e a tempo determinato l’1/9/22 di presentare domanda di assegnazione provvisoria provinciale o interprovinciale per l’a.s. 2023/24 senza alcun vincolo”.
Il sindacato di Giuseppe D’Aprile sottolinea anche che “a seguito dell’entrata in vigore del CCNL 2019/22 e della nuova intesa sugli utilizzi e le assegnazioni provvisorie per l’a.s. 2024/25, non firmati dalla UIL Scuola Rua, i docenti neoassunti in ruolo dalle GAE o dai concorsi o con contratto a tempo determinato dallo straordinario bis l’1/9/24, potranno presentare domanda di utilizzo e di assegnazione provvisoria solo all’interno della provincia di titolarità, mentre è preclusa la possibilità per altra provincia a meno che non si rientri in specifiche deroghe”.
Ecco perché, secondo Uil Scuola ci sarebbe un peggioramento delle condizioni.

Non si fa però attendere la replica della Cisl Scuola: “Quando si arriva ad affermare che con l’intesa sulla mobilità annuale si sarebbe fatto “un passo indietro” rispetto all’anno scorso, nel quale ci si poteva muovere senza vincoli, si compie una colossale mistificazione utilizzando la collaudata tecnica della mezza verità”.

Aggiunge Ivana Barbacci, segretaria generale di Cisl Scuola: “La metà mancante, che non è di poco conto, è che i vincoli alla mobilità, imposti per legge e non per contratto, per espressa previsione delle norme che li hanno introdotti avrebbero trovato applicazione a partire dalle assunzioni dell’a.s. 2023/24, quello oggi in corso. L’intesa garantisce, ancora una volta, tutele che altrimenti non ci sarebbero state. Questo è quanto realmente accade”.
Ancora più secca la replica di Barbacci sulla questione del rapporto legge-contratto: “Continuare a voler far credere che le norme di legge possano essere abrogate dai contratti significa mancare di rispetto all’intelligenza, propria e altrui, e serve solo a tentare di giustificare scelte sicuramente legittime, come quelle di non firmare contratti, ma altrettanto certamente prive di alcuna utilità per lavoratrici e lavoratori, che hanno bisogno di vedere risolti i loro problemi, non solo di sentirli declamare”.
E anche sulla questione del “passo indietro”, Cisl Scuola ribatte con determinazione: “L’unico passo indietro è quello che vien fatto rispetto alla serietà e all’onestà intellettuale con cui andrebbero giudicate le vicende sindacali. Che lo faccia un sindacato, e non un qualunque commentatore, è particolarmente grave”.

Reginaldo Palermo

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