Sul tema del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo triennale sulla Mobilità del personale della scuola 22/25 continua ad essere viva l’attenzione generale anche perché l’OM sulla mobilità che dovrebbe uscire nelle prossime ore prevede già a partire dal 28 febbraio e fino al 15 marzo la presentazione delle domande.
Ne parliamo con il prof. Attilio Varengo della segreteria nazionale della CISL Scuola, che ha partecipato personalmente al tavolo contrattuale nella sua qualità di esperto di mobilità del personale della scuola.
Si ricorda che la Cisl Scuola in data 27 gennaio ha firmato da sola il contratto integrativo triennale, non firmato dagli altri sindacati rappresentativi Flc Cgil, Uil Scuola Rua, Snals Confsal, Gilda Unams.
Inoltre nella giornata del 23 febbraio i sindacati Flc Cgil e Uil Scuola Rua hanno diffidato e messo in mora il Ministro per comportamento antisindacale, chiedendo la riapertura del CCCNI entro 15 giorni, in caso contrario essi impegneranno il contratto. Una situazione che all’apertura delle trattative contrattuali per il rinnovo del CCNL vede un solo sindacato che firma un CCNI, non ci risultano precedenti, 4 sindacati che non lo firmano e di questi, solo due che diffidano il MI per comportamento antisindacale ex art 28 legge 300/1970.
Prof. Varengo, iniziamo questa intervista con una domanda politica. L’aver sottoscritto lo scorso 27 gennaio un contratto sia pur integrativo triennale come quello relativo ai trasferimenti e ai passaggi, potrebbe contribuire a mettere in discussione il sistema della rappresentanza sindacale, oggi firma la Cisl Scuola da sola, domani potrebbe firmare un sindacato meno rappresentativo. In pratica la controparte potrebbe scegliersi di volta in volta con chi firmare i contratti.
Avete valutato le conseguenze di questo atto e la ricaduta sulle relazioni sindacali anche in vista dell’avvio della fase contrattuale per il rinnovo del CCNL Scuola 19/21?
Non confondiamo le cose: per il CCNL vale da sempre la regola del 50% più uno per poter chiudere un accordo, regola che non vale per la contrattazione integrativa. L’ipotesi prospettata (controparte che si sceglie il sindacato di comodo) delinea scenari catastrofici per evidenti fini di polemica; se poi si considera che la contrattazione integrativa la fanno le sigle firmatarie del CCNL, mi diverte pensare che tra i sospetti “venduti” ci siano le firme che oggi non hanno firmato, non essendovene altre che potrebbero essere utilizzate dal Ministero per accordi farlocchi. Al di là delle battute, che hanno davvero poco senso, e fermo restando che siamo pronti a discutere sulle regole e se del caso a cambiarle, stiamo ai fatti: non firmando il contratto, l’Amministrazione avrebbe avuto il via libera per agire unilateralmente, applicando senza remore, come ha già fatto negli anni scorsi, i blocchi introdotti dalla legge. Dal punto di vista dei neo assunti: meno male che almeno un sindacato si è preso la responsabilità di firmare questo accordo!
Visti gli esiti previsti dal comma 7 dell’art.2 del CCNI, per cui i vincoli triennali si trasferiscono tout court nella nuova sede ottenuta per trasferimento da tutti i neo immessi in ruolo dal 20/21, non sarebbe stato più opportuno far fronte comune con gli altri sindacati rappresentativi per provare ad ottenere al tavolo della contrattazione risultati più incisivi?
Bisognerebbe intanto che gli altri sindacati al tavolo ci fossero stati, cosa che non è avvenuta. Chi a quel tavolo c’era (ma lo si sapeva anche prima) ha capito subito quali margini ci fossero per convincere l’Amministrazione a sottoscrivere accordi che prescindessero dalla legge: nessuno. Tant’è vero che la soluzione con cui almeno in parte si rimedia ai blocchi, consentendo ai neoassunti di fare domanda, è stata fino all’ultimo ostacolata dall’interno e dall’esterno del tavolo negoziale. E la si riteneva del tutto impossibile. Con tutti gli altri sindacati avevamo cercato di ottenere emendamenti alle norme di legge nel percorso della finanziaria, non è passata nessuna richiesta. Vorrà pur dire qualcosa. Anche chi dice che abbiamo in passato cancellato per contratto norme della 107, forse dimentica che quelle norme sono state cancellate da altre norme di legge, in un contesto politicamente molto diverso da quello attuale.
Nella giornata del 23 febbraio vi è stata consegnata e illustrata la bozza dell’O.M. annuale relativa alla mobilità territoriale e professionale del personale della scuola, quali sono state le vostre osservazioni? Ci sono state novità interpretative da parte del MI rispetto al testo del CCNI?
Su alcuni punti dell’ordinanza che potrebbero ingenerare equivoci abbiamo chiesto che si faccia chiarezza, vedremo il testo definitivo.
Ritiene accettabile che il docente che chiede ed ottiene, peraltro su di una aliquota del 25% dei posti dopo la fase provinciale dei trasferimenti, a differenza del docente che chiede e ottiene di muoversi nella stessa provincia, debba pagare dazio per tre anni anche se ottiene una scuola con preferenza sintetica? Non le sembra una disparità di trattamento tra docenti foriera di contenzioso?
Siamo di fronte anche in questo caso a un vincolo introdotto per legge (DL 73/2021) che col contratto abbiamo eliminato almeno per i trasferimenti in ambito provinciale. Questo sfruttando un’ambiguità della norma. Senza il nostro intervento l’Amministrazione avrebbe applicato integralmente la legge. Per noi la partita continuerà al tavolo del rinnovo del CCNL, sede nella quale il nostro obiettivo è il superamento dei vincoli imposti dalla legge; lo stesso CCNI contiene un rinvio a possibili modifiche nel caso in cui il CCNL ottenga i risultati che auspichiamo.
Ritiene possibile che, in mancanza di una classe di concorso specifica di sostegno, il MI imponga in un CCNI triennale, sottoscritto peraltro in mancanza del rinnovo del CCNL, che il trasferimento da posto di sostegno a posto comune abbia luogo su aliquota (75% dei posti per il 23/24 e 50% per il 24/25) come se fosse un vero e proprio passaggio di cattedra che appunto avviene su aliquota.
Intanto per quest’anno abbiamo ottenuto che resti disponibile il 100% dei posti. La posizione dell’Amministrazione al tavolo era da subito orientata per un’aliquota al 25%. Per adesso il risultato c’è e di fatto garantisce le regole precedenti. Come su tutte le altre questioni aperte, la posizione della CISL sarà quella ancora una volta in sede di rinnovo del CCNL, di porre in generale il tema del sostegno che non si risolve tenendo bloccati i pochi specializzati di ruolo, ma favorendo la specializzazione dei tanti precari che siamo costretti a far lavorare sul sostegno, offrendo loro prospettive di stabilizzazione.
Per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie restano i vincoli triennali previsti dalla legge 106/2021 peraltro puntualmente richiamata dal comma 6 dell’art.2 del CCNI 22/25, tranne le deroghe previste da specifiche disposizioni di legge.
Il Contratto Integrativo triennale sulle Utilizzazioni, Assegnazioni Provvisorie per il personale docente, educativo e ATA dovrà essere rinnovato, presumibilmente dopo il rinnovo del CCNL. Come Cisl Scuola pensate di chiedere l’abolizione tout court dei vincoli per i docenti neo immessi in ruolo dal 20/21 o procedere ampliando le deroghe oltre quelle già previste?
Del tutto irrealistico, purtroppo, immaginare di poter attendere il rinnovo del CCNL per fare quello sulle utilizzazioni, che dovrà essere discusso prima. Credo che non sia tanto importante capire cosa chiederemo, perché a chiedere si fa molto presto, ma quello che conta è il risultato che si ottiene. Ovviamente noi siamo contro la politica dei vincoli, la nostra segretaria generale ha messo bene in evidenza una contraddizione stridente tra il blocco alla mobilità e le politiche di sostegno alla famiglia di cui il Governo si riempie la bocca. Chiederemo alla politica di ritrovare le giuste coerenze: ma intanto noi faremo la nostra parte là dove abbiamo la possibilità di farlo, come abbiamo fatto col CCNI sulla mobilità, mettendo davanti a tutto le attese delle persone e sfruttando ogni possibilità di venire loro incontro.
Inoltre cosa pensate di proporre per i docenti assunti quest’anno ex art.59 comma 4 della legge 106/2021, ora esclusi dai trasferimenti per il 22/23, e che aspirerebbero a presentare domanda di Assegnazione Provvisoria per il 22/23?
Le condizioni di questi docenti, non ancora di ruolo, sono del tutto simili a quelle degli assunti ex FIT del 2018, per i quali avevamo ottenuto la possibilità di partecipare alla mobilità annuale. Ci riproveremo.
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