Categorie: Politica scolastica

Contratto mobilità, dirigenti scolastici nell’angolo, ma è davvero un bene?

Il recente accordo sulla mobilità sta portando alla luce un problema che pareva essere passato in secondo piano e che – nel caso in cui dovesse essere lasciato irrisolto – potrebbe avere conseguenze del tutto imprevidibili anche se non nel breve periodo.

La questionè è quella dei dirigenti scolastici e del loro ruolo nel sistema scolastico.
E’ indubbio che l’accordo non piace ai dirigenti scolastici o almeno una buona percentuale di loro: molti ds ritengono infatti che l’accordo farà venir meno uno dei pochi strumenti che la legge ha fornito ai dirigenti per scegliere i docenti più adatti a quella specifica scuola e cioò la chiamata dagli ambiti territoriali.
Per la verità non sappiamo ancora come finirà la partita della chiamata diretta, ma resta il fatto che – in questa fase – l’accordo viene letto come un “cedimento” della Ministra alle rivendicazioni sindacali (chi ha firmato l’intesa parla ovviamente di comprensione da parte della Ministra delle legittime rivendicazioni dei sindacati). 
In definitiva il fatto è che in molti sono convinti – a torto o a ragione – che la Ministra tenterà di sottoporre ad una stretta dieta dimagrante il profilo del ds.
Se un progetto di questo genere dovesse andare in porto, si correrebbe però il rischio di rendere sempre meno appetibile il mestiere di dirigente scolastico, mestiere su cui grava anche la pesante ipoteca di stipendi particolarmete bassi, soprattutto se messi a confronto con quelli di altri dirigenti della pubblica amminstrazione. I conti sono presto fatti: i dirigenti entrati in ruolo con gli ultimi 2 concorsi non vanno molto al di là di uno stipendio di 2600 euro netti al mese: la differenza rispetto allo stipendio di un docente di scuola superiore al penultimo gradone non arriva neppure a 700 euro.
Tenuto conto dell’impegno e delle responsabilità che oggettivamente gravano su un dirigente scolastico c’è davvero il rischio che ci siano sempre meno docenti interessati a tentare la strada della carriera da dirigente.
Ma c’è anche un rischio peggiore e cioè che al concorso accedano non i migliori docenti ma piuttosto insegnanti poco motivati e banalmente interessati a qualche centinaio di euro di stipendio in più piuttosto che a sperimentare un nuovo percorso professionale.
Il mix fra stipendi non particolarmente significativi e scarsa considerazione della funzione dirigenziale da parte della stessa amministrazione potrebbe avere come conseguenza finale quello di modifcare in modo decisivo la composizione del corpo dirigenziale della scuola sminuendone progressivamente il ruolo previsto dalla stessa legge istitutiva della dirigenza.
Con conseguenze – nel medio periodo – del tutto imprevedibili.

Reginaldo Palermo

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