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Contratto mobilità: Flc-Cgil e Uil-Scuola chiedono la riapertura del CCNI sulla mobilità. Operazioni da rifare?

Sulla questione del CCNI sulla mobilità, Flc-Cgil e Uil-Scuola hanno deciso di avviare le procedure legali per chiedere al Ministero l’applicazione della decisione del Giudice del Lavoro di Roma in merito al ricorso presentato a suo tempo.
Nel concreto i due sindacati, che avevano presentato ricorso invocando il comportamento antisindacale dell’Amministrazione, chiedono ora la riconvocazione del tavolo negoziale per la riapertura del CCNI sulla mobilità triennale del personale scolastico.

Secondo Flc e Uil-Scuola il Ministero avrebbe sbagliato a sottoscrivere l’accordo con un solo sindacato (Cisl-Scuola) e soprattutto non avrebbe convocato regolarmente tutte le organizzazioni sindacali (e su questo il Giudice del Lavoro ha dato loro ragione, anche perchè – per la verità – il Ministero non si è neppure presentato per fornire le proprie controdeduzioni).
Secondo le due organizzazioni sindacali il Tribunale di Roma ha assunto una decisione importante, imponendo di fatto al Ministro di riaprire la trattativa, riaffermando in modo netto il principio della rappresentatività delle organizzazioni sindacali come base delle relazioni negoziali.

“Tale azione – sottolineano Flc e Uil – consentirà a tutte le parti titolate di contrattare, di riaprire il negoziato che, non è superfluo precisare, riparte dall’ultimo CCNI sottoscritto nel 2019. Tale atto non contiene vincoli alla libera possibilità da parte del personale scolastico di proporre volontariamente istanza di mobilità nell’ambito del territorio nazionale”.

Senza trascurare il fatto, aggiungono, che in forza del 2° comma dell’art. 2 del T.U. n.165/2001 – su materie espressamente demandate dalla legge alla contrattazione, qual è quella della mobilità del personale scolastico, è consentita la possibilità di derogare anche alle norme di legge.
In altri termini i sindacati ritengono che con il CCNI si possano modificare le norme contenute nella legge 159/2019 in materia di vincoli alla mobilità.
Non è del tutto chiaro però cosa potrebbe accadere se davvero il Ministero dovesse riconvocare le parti: i movimenti già disposti verrebbero annullati e rifatti ? Certamente no, tenuto anche conto che siamo arrivati persino al termine delle operazioni annuali, ma neppure si può escludere qualche ripercussione più o meno importante.

Il problema si riproporrà in ogni caso nei prossimi mesi quando si entrerà nel vivo del CCNL 2019-2021 e a quel punto si tratterà di capire se davvero con una norma contrattuale si potrà superare del tutto quanto previsto dalla legge 159 voluta dal ministro Lorenzo Fioramonti e in particolare se si potrà superare la disposizione contenuta nell’art. 1 comma 17 novies che stabilisce l’inderogabilità per via contrattuale delle nuove regole in materia di vincoli alla mobilità.

Reginaldo Palermo

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