Dopo la firma sul contratto mobilità dei giorni scorsi, la segretaria generale della Cisl Scuola Maddalena Gissi ha spiegato, nel corso dell’appuntamento della Tecnica della Scuola live, le ragioni della sottoscrizione:
“Abbiamo avuto interlocuzioni, anche negli anni scorsi, perché tutte le procedure di vincolo potessero essere riviste già a partire da decisioni che la politica doveva assumere per tempo. Abbiamo purtroppo dovuto affrontare grandi resistenze, lo scorso anno siamo stati fautori di un ulteriore conflitto con il ministero su un argomento così delicato ma il contratto era triennale, non c’era un’apertura, non avevamo avuto nemmeno uno spazio, un tavolo di discussione e la legge per com’è stata ribadita, reiterata nonostante tutti gli emendamenti presentati (anche in diverse occasioni, decreto sostegni, rivista nella legge di bilancio e poi nel milleproroghe) comunque la componente politica pur avendo raggiunto un’intesa, quindi ridimensionato dai 5 ai 3 anni il vincolo, ha voluto affermare un principio che si collega strettamente per una visione che mi sembra rispettosa, si ricollega alla continuità didattica”.
“Nelle aree del Nord specialmente il numero delle cattedre vacanti è esponenziale e il fatto che ci siano gli unici luoghi dove effettivamente ci sono posti vacanti in organico e quindi diventano appetibili per un’assunzione, ha messo nelle condizioni storicamente di avere una grande quantità di personale che inserito nelle graduatorie, all’epoca erano le famose Gae, si ritrovava poi a dover rimanere prima di rientrare in una sede un po’ più vicina a quella di residenza. Questa storia voglio metterla sullo stesso piano di quanto è avvenuta con questa situazione più recente. Adesso il vincolo è stato inserito in una procedura già avviata che vedeva la partecipazione a concorsi regionali, situazione diffusa in tutte le Regioni, non solo al Nord, tant’è che abbiamo tanti casi di vincolati in Sicilia o in Campania quindi non si tratta della stessa questione. A questo personale, all’atto della domanda non è stata data una corretta informazione, che la partecipazione avrebbe prodotto un vincolo sulla sede che veniva assegnata”.
“La titolarità, per come si sono evolute le norme nel tempo, andava conseguita facendo quello che noi abbiamo proposto per risolvere questo problema in quota parte con una domanda, in modo specifico fatta da tutti i candidati vincolati anche nel 20-21. Una domanda che porterà i candidati a raggiungere la sede richiesta dove la permanenza del vincolo è quella prevista dalla legge. Nel tempo avevamo fatto un ragionamento con il contratto nazionale e ci ritorneremo appena si riaprirà la trattativa del contratto nazionale, di dare un vincolo a domanda sull’istituzione scolastica dove i colleghi, facendone richiesta davano un’indicazione di preferenza quindi un vincolo accettato perché conosciuto. Questa sarà la stessa trafila di questa volta, non ci sono condizioni per poter dire lì dove non ci sono posti perché gli organici non lo permettono perché alcune classi di concorso sono in esubero, è normale che non si riuscirà a superare il limite perché non si trovano le disponibilità. Noi abbiamo fatto uno studio, abbiamo anche pubblicato i numeri. Da questi numeri noi abbiamo potuto trarre il sostegno per la nostra tesi”.
“Abbiamo chiesto all’amministrazione una valutazione, lo abbiamo fatto in tante riunioni, alcune, quelle più recenti, alla presenza di tanti colleghi, ma non ci siamo fermati lì, siamo andati ai più alti livelli istituzionali perché la resistenza che è di natura ideologica doveva essere smontata da motivazioni. Quando ci siamo seduti al tavolo e le motivazioni che abbiamo portato hanno prodotto la possibilità di far fare domanda al personale che fino a ieri non c’era. Abbiamo valutato che nell’ottica di un sistema che comunque andrà cambiato, la nostra firma era un’opportunità dalla quale non ci si poteva esimere”.
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