Il contratto sulla mobilità ci sta regalando il consueto teatrino al quale, seppure in forma diversa, avevamo già assistito lo scorso anno.
I sindacati assicurano che c’è un accordo politico con la Ministra per cancellare di fatto la chiamata diretta, poi si apre la trattativa fra delegazioni sindacali e dirigenti del Ministero e si scopre che, alla resa dei conti, l’impianto della chiamata dagli albi resta quello dello scorso anno.
I sindacati protestano per il mancato rispetto dell’accordo politico.
Insomma, siamo alle solite e sembra quasi che nessuno (né la Ministra, né i sindacati) si voglia rendere conto che l’unica strada per eliminare la chiamata diretta è quella legislativa: è inutile girare intorno al problema, se davvero la Ministra si pone l’obiettivo (legittimo) di ricucire il rapporto con il sindacato deve impegnarsi a portare in Consiglio dei Ministri una proposta di decreto legge che preveda una modifica delle norme sulla chiamata diretta contenute nella legge 107: baserebbe poco; per esempio sarebbe sufficiente dire che le disposizioni in questione entreranno in vigore a partire dal 2018/2019. Ma il Governo ha davvero questa intenzione? Per il momento pare proprio di no, ma come si sa in politica non esistono certezze e quindi è bene attendere gli eventi.