Il contratto della mobilità 2017/2018 è ancora bloccato su alcuni nodi politici di complessa soluzione. Dopo i referendum, il 7 dicembre 2016, le parti si incontreranno.
I principali nodi da sciogliere per potere trovare un accordo contrattuale sono principalmente tre:
– regole stabilite nel contratto in modo chiaro e trasparente sull’assegnazione da ambito a scuola in modo da eliminare qualsiasi discrezionalità da parte dei singoli Ds;
– la possibilità volontaria per tutti a poter esprimere anche preferenze di scuola oltre agli ambiti e province nella mobilità e quindi in diritto a poter ottenere anche una titolarità di scuola;
– l’equiparazione nel punteggio tra servizio di ruolo e non di ruolo.
Se sui tre nodi sopra elencati, sostiene la Flc Cgil con il suo nuovo Segretario Nazionale Francesco Sinopoli, ci sarà la disponibilità, che non c’è stata fino ad oggi, da parte del Miur, allora si potrà sottoscrivere un nuovo contratto altrimenti no.
D’altronde è utile evidenziare che l’accordo sottoscritto dal Governo con Cgil, Cisl e Uil sul rinnovo dei contratti pubblici del 30 novembre 2016, dovrebbe aiutate visto l’impegno sottoscritto dal Governo a ricondurre nella competenza del contratto le materie su cui è intervenuta la legge. Tra queste certamente c’è anche la mobilità. La Giannini avrà il buon senso di anticipare i contenuti di quell’accordo anche prima che la Madia abbia rivisto il testo unico sul pubblico impiego d.lgs 165/01 e le norme Brunetta sulle competenze della contrattazione?
Un interrogativo non di poco conto vista la posta in palio. Tuttavia c’è da dire che un ruolo decisivo sullo sblocco del contratto sulla mobilità, potrebbe arrivare anche dall’esito referendario che non mancherà, nei prossimi giorni, di scuotere la politica.
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