Mentre nel web si susseguono le previsioni (e le speranze) sulla trattativa per il rinnovo del contratto scuola, la Commissione Bilancio della Camera cerca di capire se si riesce a trovare una manciata di milioni di euro per arricchire il piatto delle risorse disponibili.
La situazione, però, è difficile, al momento la proposta di modifica alla legge di bilancio risulta accantonata ed è possibile che il problema venga rimandato all’aula quando verrà presentato il maxi-emendamento con cui il Governo chiederà la fiducia, a partire dal 19 dicembre prossimo.
In questo modo ci sarà anche più tempo per fare i conti e per trovare una soluzione ad una questione che per ora appare quasi irrisolvibile.
Intanto, dopo la manifestazione del 14 dicembre, per la verità poco partecipata, i sindacati rappresentativi tacciono e aspettano di capire se e quando saranno convocati dall’Aran.
A parlare è invece Luigi Del Prete, segretario nazionale dell’Usb, sindacato che in questa tornata è presente la tavolo della trattativa.
“Il confronto all’Aran sul contratto scuola – sottolinea Del Prete – è fermo al 9 novembre: nessun altro incontro ad oggi è avvenuto e nessuna convocazione è prevista nei prossimi giorni”.
“Intanto – ci spiega ancora il segretario Usb – il 20 dicembre si riunisce il tavolo contrattuale delle funzioni centrali, che dovrebbe delineare il quadro normativo di riferimento su cui lavoreranno gli altri comparti del pubblico impiego, con tempi di chiusura assolutamente incerti”.
Però, Del Prete, la trattativa è ferma perché il Governo sta cercando altri soldi per il contratto, quindi dovreste essere contenti…
“Proprio per niente – ribatte Del Prete – Troviamo gravissimo che il tavolo sulla scuola sia bloccato da più di un mese e che il confronto non parta, in attesa di recuperare qualche “spicciolo” per aumentare gli 85 euro medi lordi, poi diventati 80 euro, che un anno fa governo e Cgil, Cisl, Uil rivendicavano come una grande conquista. Siamo preoccupati che tutta questa attenzione alla parte economica, che abbiamo ribadito essere totalmente insufficiente dopo dieci anni di blocco contrattuale, nasconda il tentativo di modificare profondamente, nel silenzio generale, la parte normativa in relazione a permessi, ferie, malattia, legge 104, formazione, aumento dei carichi di lavoro a parità di stipendio, valutazione e legge Brunetta”.
Ma voi cosa prevedete ?
“Ormai – conclude Del Prete – è chiaro che la data del 31 dicembre non porterà ad alcuna firma, mente le elezioni politiche e quelle RSU alle porte sono scadenze che fanno paura a PD e sindacati concertativi, tanto da fare melina e bloccare qualsiasi discussione su un contratto che i lavoratori della scuola aspettano da anni in termini di innalzamento reale e dignitoso di stipendio, limitazione della discrezionalità dei presidi e riconoscimento di una professionalità che da Berlinguer in poi è stata sempre più vilipesa”.
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