A breve, dopo la prossima stipula dell’Atto di indirizzo presso la Funzione Pubblica, prenderà il via il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro.
Legge di stabilità 2017 permettendo, i docenti, come tutti i dipendenti della PA, si ritroveranno in busta paga nel 2018 circa 85 euro lordi in più. Una cifra irrisoria, che non cambierà il deprimente posizionamento stipendiale di Eurydice su 40 Paesi europei. Ben altra cosa, sarebbe il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale e un aumento stipendiale adeguato, pari ad un incremento netto in busta paga di 220 euro.
Lo scrive Anief secondo cui assieme “alle risorse per gli aumenti stipendiali, nel nuovo contratto dovranno essere riconsiderate altre questioni: il cumulo degli aumenti con il bonus 80 euro in modo che uno non escluda l’altro; il salario accessorio che sarà distribuito per merito; i capitoli su orari e ferie; la revisione dei permessi e delle assenze per malattia”.
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Ma Anief chiede pure che l’atto di indirizzo del Governo sai sottoposto al giudizio di tutti lavori della scuola, così come l’ipotesi di firma del nuovo contratto che va certificata con uno specifico referendum. Va poi trovato il modo per reintrodurre il primo scaglione stipendiale. Come va ricordata la posizione dei tribunali, a partire dai giudici di Lussemburgo, sempre più favorevoli ai risarcimenti, per mancata assegnazione degli scatti di anzianità per il pre-ruolo e il conferimento dei mesi estivi al personale precario.
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