Il tema del codice disciplinare e delle sanzioni per il personale della scuola responsabile di infrazioni alle regole ha tenuto banco nell’incontro svoltosi l’11 gennaio fra Aran e sindacati nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto.
Sulla questione interviene l’Usb che è presente al tavolo contrattuale pur senza disporre di potere di firma.
I passaggi del testo relativi ai temi in questione vengono definiti dall’Usb del tutto irricevibili: si tratta – sostiene il sindacato di base – di “articoli di stampo antidemocratico che trasformano la scuola da istituto formativo in un’istituzione le cui pratiche diventano centrate su ‘sorvegliare e punire’. Sempre più poteri vengono dati ai dirigenti scolastici e il decreto Brunetta entra a gamba tesa nella scuola”
“Ai presidi – aggiunge l’Usb – viene data ai presidi la possibilità di sanzionare i lavoratori con una multa di importo pari anche a 4 ore di lavoro e sospensioni fino ad un massimo di 10 giorni lavorativi. Assurda anche la parte degli obblighi del dipendente che potrebbe rischiare sanzioni nel momento in cui dovesse scambiare battute su Facebook o Whatsapp con i propri alunni o dovesse avere rapporti con genitori e alunni non ‘coerenti con le finalità educative’”.
Ma ci sono anche questioni relative alle condizioni di lavoro.
L’articolato contrattuale proposta dal’Aran prevede infatti che la funzione di tutor interno per l’alternanza scuola lavoro venga inserita pienamente nella funzione docente “diventando – sottolinea l’Usb – un adempimento dovuto non retribuito, al pari della preparazione delle lezioni, della correzione delle verifiche e dei rapporti con le famiglie”.
Ma uno dei punti che più di altri non piace all’Usb è quello che riguarda gli obblighi del dipendente; nel testo proposto dall’Aran si prevede che il docente “potrebbe rischiare sanzioni nel momento in cui dovesse scambiare battute su Facebook o Whatsapp con i propri alunni o dovesse avere rapporti con genitori e alunni non ‘coerenti con le finalità educative’”.
Su questa parte i sindacati rappresentativi non si sono ancora espressi, ma è probabile che lo faranno nei prossimi.
Insomma, come abbiamo già rilevato, la trattativa sta partendo in salita e per il momento è davvero difficile pensare ad una conclusione rapida come è negli auspici della ministra Fedeli.
Lo slogan “chiudere presto e bene” molto in voga fra i sindacati fino a pochissimi giorni fa sta diventando sempre più irrealistico.
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