“Prendiamo atto con soddisfazione che è stata finalmente accolta la nostra richiesta di una immediata ripresa delle trattative per il nuovo contratto”.
Così i segretari generali dei maggiori sindacati del comparto istruzione (Flc Cgil, CISL FSUR, Uil Scuola RUA, Snals Confsal) commentano la convocazione per l’incontro con cui, il prossimo 2 gennaio, riparte all’ARAN il negoziato per il rinnovo del contratto per i lavoratori della scuola, dell’università e AFAM e della ricerca.
“Non c’è ragione per lasciar trascorrere altro tempo – sostengono i segretari generali Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi e Elvira Serafini – la trattativa è ferma dal primo incontro del 9 novembre, i presupposti su cui procedere alla definizione del nuovo contratto sono quelli dell’accordo di palazzo Vidoni sottoscritto a fine 2016”.
“Il blocco dei rinnovi contrattuali che dura ormai da anni ha reso ancor più critica una situazione di generale sottovalutazione del lavoro che si svolge in settori di importanza strategica come quelli cui fa riferimento il nostro comparto. Da qui l’esigenza di rinnovare il contratto, attraverso il quale (ri)dare dignità ai lavoratori del settore troppo spesso sacrificati dalle scelte di politica finanziaria di questi anni. Il percorso verso il riconoscimento di uno status economico e normativo più dignitoso parte dal rinnovo del contratto di lavoro che presuppone un innalzamento più generale dei livelli di investimento in conoscenza, lo stiamo rivendicando da tempo e continueremo a farlo chiedendo che i temi dell’istruzione, della formazione e della ricerca ricevano a livello politico la dovuta attenzione. Saremo in questo senso interlocutori esigenti con le forze politiche impegnate nell’imminente campagna elettorale e più ancora col nuovo Parlamento e il nuovo Governo”.
“Continueremo nel frattempo a presidiare col massimo impegno gli spazi che le prerogative contrattuali ci consegnano – concludono i segretari generali – a partire dall’incontro già fissato per il 4 gennaio al MIUR in cui saranno affrontati i temi relativi agli effetti della sentenza del Consiglio di Stato che potrebbero avere ricadute pesanti sia sul personale che sulla continuità didattica per gli alunni. Prerogative di rappresentanza che abbiamo esercitato e continueremo a esercitare a tutela degli interessi dei lavoratori e che con la forza del nuovo contratto vogliamo consolidare, utilizzando le opportunità offerte dall’intesa di palazzo Vidoni per riconquistare definitivamente al negoziato ogni aspetto di regolazione del rapporto di lavoro. Nell’interesse dei lavoratori che rappresentiamo, ma con benefici evidenti anche per l’efficacia del sistema di istruzione e ricerca del Paese”.
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