Contratto scuola 2022/24 fermo alla Funzione Pubblica, Barbacci (Cisl): basta rallentamenti, a gennaio dovrà partire il confronto all’Aran

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La bozza di rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro 2022/24 dei comparti Istruzione, Università e Ricerca è ferma al ministero della Funzione Pubblica: non si comprende per quali genere di rilievi. Anche perchè il 6% scarso di aumento stipendiale (160 euro lordi medi, la metà dei quali già in busta paga da un anno) è definito da tempo, come per tutti i dipendenti pubblici, e anche la base contrattuale visto che era stata presentata ai sindacati lo scorso mese di luglio. La Tecnica della Scuola ne ha parlato con Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola.

Barbacci, che fine ha fatto il rinnovo del contratto dei lavoratori della scuola?

È di interesse fondamentale avviare la trattativa per il rinnovo del contratto 2022/24. Siamo in attesa di comprendere se ci sono problemi di risorse oppure di aspetti legislativi o normativi. Sinora abbiamo condiviso alcune linee di riferimento dell’Atto di indirizzo che il ministro ci ha presentato quest’estate, ora però è passato quasi mezzo anno: quindi davvero serve accelerare il processo, per garantire alla trattativa un riavvio repentino, perché noi dobbiamo portare a casa il risultato del 2022/24 e quindi anche poi approfittare della legge di bilancio che finanzia il prossimo triennio. E fare in modo che non ci sia uno spazio, un tempo vuoto, tra l’uno e l’altro contratto.

Tra gli argomenti di cui si potrebbe parlare nel nuovo contratto c’è anche la carta del docente: quali sono le proposte del sindacato?

La carta del docente è un’opportunità importante, che va garantita. Sappiamo bene che è un diritto anche del personale docente a tempo determinato, quindi ad esempio va garantita anche agli incaricati annuali fino al 30 giugno. Le risorse, da quello che sappiamo, sono però limitate, quindi noi chiediamo l’avvio di un tavolo di lavoro con il Ministro per valutare le modalità con cui questo diritto può essere consolidato e non esposto ogni anno a una sorta di interventi che potrebbero indebolirlo.

Quali sono i tempi che voi in qualche modo preventivate perché si delinei l’atto di indirizzo e inizi la trattativa?

Noi confidiamo che con l’avvio dell’anno prossimo, il 2025, tutte le condizioni di rallentamento vengano superate e vi sia davvero il via in Aran la trattativa, perché dobbiamo chiuderla il prima possibile proprio per garantire ai nostri lavoratori gli aumenti contrattuali necessari.