A un mese di distanza dalla firma preliminare del contratto scuola, Elvira Serafini, segretaria nazionale Snals, che invece il contratto non lo ha sottoscritto, propone una analisi a tutto campo e senza reticenze, anche a rischio di dire cose sgradevoli nei confronti degli (ormai ex) alleati di Cgil, Cisl e Uil.
“La prima questione – ha sottolineato la segretaria in occasione di un convegno nazionale svoltosi a Taranto il 12 marzo – riguarda il metodo con cui il Governo, tramite l’ARAN, ha condotto l’intera trattativa”.
“Dopo 10 anni di blocco – spiega Serafini – abbiamo avuto solo alcuni incontri con testi parziali e molto provvisori sui quali non c’è stata la possibilità di un reale confronto perché è stato, da subito, chiaro che fossero un pretesto per far dichiarare la volontà politica di chiudere il contratto. I contenuti ‘veri’ evidentemente, però, si trattavano in altre sedi, diverse da quelle deputate”.
Le parole della segretaria dello Snals confermano pienamente quelle che in un primo momento potevano apparire mere illazioni (la nostra testata ne aveva dato conto già nelle primissime ore dopo la firma dell’intesa): “Questo è stato evidente quando, senza preavviso, l’incontro dell’8 febbraio si è trasformato in una trattativa non stop, quando non ce n‘erano assolutamente le condizioni”.
E ancora: “Ci siamo trovati un testo che non abbiamo nemmeno avuto, come Snals, il tempo di leggere approfonditamente”; l’inciso “come Snals” è chiarissimo e rappresenta un palese atto di accusa non solo nei confronti dell’Aran ma anche nei confronti dei sindacati firmatari del contratto: “Noi non abbiamo avuto modo di leggere bene il testo del contratto – dice in sostanza Serafini – mentre Cgil, Cisl e Uil lo conoscevano benissimo”.
Non a caso la segretaria ha anche aggiunto che di qui in poi i rapporti con i sindacati firmatari non potranno più essere gli stessi.
Entrando poi nel merito dei contenuti del contratto, Serafini afferma: “Avevamo sperato, dopo l’Accordo di Palazzo Vidoni della fine del 2016, che il Governo allora in carica volesse dare un segnale d’inversione di tendenza, fatto di rispetto, considerazione, investimenti. Così non è stato. Le leggi finanziarie non hanno creato le condizioni economiche per un aumento retributivo adeguato e, nonostante il tempo passato – un anno – tra l’Accordo e l’Atto di indirizzo per il Comparto, non c’è stata la benché minima volontà di emanare quell’intervento legislativo volto a riequilibrare, a favore della contrattazione, il rapporto tra le fonti che disciplinano il lavoro”.
Molto critica la segretaria anche su uno dei temi centrali dell’accordo che invece viene valutato molto positivamente da Cgil, Cisl e Uil: “Proprio nell’ambito delle relazioni sindacali, viene introdotto, il confronto che non può essere considerato una forma di partecipazione, è piuttosto una semplice informativa, un’esplicitazione delle posizioni emerse, mentre non viene affermato il diritto all’informativa successiva”.
Cosa succederà adesso?
“Data la complessità delle questioni trattate, normative ed economiche – spiega ancora Serafini – i tempi tecnici, necessari per la sottoscrizione definitiva e per l’effettiva operatività del Contratto, non saranno brevi. È, dunque, ovvio che la contrattazione integrativa di tutti i livelli continuerà a vedere a pieno titolo la partecipazione dei rappresentanti dello Snals per tutto il periodo che intercorrerà fino alla sottoscrizione definitiva del Contratto”.
Sul tema più generale della partecipazione alla contrattazione integrativa anche dopo la firma definitiva, la segretaria annuncia che saranno i legali del sindacato ad occuparsene. Ma, per ora, c’è da capire quando e come si chiuderà definitivamente la vicenda contrattuale.
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