Ci sarà tempo nelle prossime ore per analizzare nel dettaglio il discorso tenuto in mattina dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma intanto un punto è chiaro: per varare i provvedimenti che la coalizione aveva in mente fino a qualche settimana fa bisognerà attendere ancora un po’ perché per il momento ci sono ben altre urgenze.
La crisi energetica, ha detto in sostanza Meloni, ha creato una congiuntura economica gravissima a livello internazionale e nazionale.
Tutto questo per dire che la prima emergenza da affrontare è quella del “caro bollette”, tanto che è probabile che bisognerà anche rivedere le misure sul reddito di cittadinanza.
Ma la questione è molto complessa e potrebbe avere le conseguenze più disparate.
Per quanto riguarda la scuola e l’intero comparto del pubblico impiego c’è da aspettarsi che almeno per ora gli stanziamenti per i rinnovi contrattuali vengano rinviati a tempi migliori.
In proposito Giorgia Meloni ha già anche fatto intendere che la legge di bilancio che si dovrà mettere a punto nelle prossime settimane e approvare entro la fine dell’anno sarà una legge molto “sobria” o meglio dire molto “risparmiosa”.
Chi pensava che con il cambio di Governo, il tavolo contrattuale della scuola si potesse sbloccare, consentendo una rapida conclusione con cifre significative rimarrà probabilmente deluso anche perché – a quanto si capisce e a quanto fanno intendere – il famoso “tesoretto” di una decina di miliardi lasciato in eredità dal Governo Draghi sarebbe poco più che una leggenda metropolitana.
Paradossalmente, però, questa previsione potrebbe spianare la strada verso la firma del contratto: una volta chiarito che con la prossima legge di bilancio non potranno esserci risorse per aumentare le retribuzioni dei dipendenti pubblici i sindacati potrebbero essere indotti a concludere la trattativa al più presto.
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