Politica scolastica

Contratto scuola, anche Gilda firma: “ribadiamo però la nostra contrarietà”

Colpo di scena per il contratto scuola: Gilda degli insegnanti ha deciso di firmare il contratto del comparto scuola 2016-2018.
Lo fa sapere il coordinatore del sindacato Rino di Meglio tramite un comunicato. Il sindacato non si è presentato in mattinata all’Aran per discutere sul da farsi. Ricordiamo che lo scorso 9 febbraio il sindacato aveva rifiutato la pre-intesa.

“Manteniamo tutte le riserve”

“Pur mantenendo tutte le riserve già espresse in occasione della pre-intesa siglata dagli altri sindacati all’Aran il 9 febbraio scorso, afferma Di Meglio, abbiamo deciso di sottoscrivere il CCNL per poter continuare a rappresentare il personale della scuola nelle contrattazioni integrative e nelle importanti sequenze contrattuali previste dallo stesso contratto”.

La firma “tecnica” da parte della FGU, accompagnata da una nota critica a verbale, è avvenuta nel pomeriggio.

“Confermiamo il nostro voto di insufficienza al contratto – sottolinea Di Meglio – e ribadiamo che le risorse stanziate per gli aumenti sono palesemente inadeguate a garantire il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni rimaste bloccate per 9 anni. In quanto a stipendi, inoltre, il personale scolastico è discriminato anche nell’ambito del nuovo comparto, che dunque risulta unificato soltanto sulla carta”.
“Nonostante ciò, la Federazione Gilda-Unams non ha potuto sottrarsi alla sottoscrizione del contratto a causa dell’articolo 22 in base al quale – spiega il coordinatore nazionale della FGU – i sindacati che decidono di non firmare sono esclusi da tutti i livelli di contrattazione, perdendo così una parte delle proprie prerogative. Si tratta di una norma di carattere estorsivo, in palese contrasto con quanto sancito dalla Corte Costituzionale nella sentenza 231 del 2013 riguardo la vertenza tra Fiom Cgil e Fiat. Ci impegneremo con ogni mezzo e percorreremo ogni strada utile affinché la Consulta si esprima anche per i contratti del pubblico impiego e questa norma iniqua venga cancellata dal nostro ordinamento”.
“Contro questa disposizione, la Confederazione Generale Sindacale (CGS), di cui fa parte la Federazione Gilda-Unams, – conclude Di Meglio – ha già presentato un reclamo al Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa”.

La contrattazione integrativa e le sequenze contrattuali

Infatti, se Gilda avesse rifiutato avrebbe perduto l’opportunità di sedere al tavolo delle trattative per la contrattazione integrativa e le sequenze contrattuali. Si tratta di un prassi a livello di contrattazione collettiva nazionale, che consiste nell’inserire nei contratti clausole specifiche che prevedano tale esclusione per i sindacati che rifiutano di firmare i contratti. Contratti che sono validi solo se la percentuale di rappresentatività dei sindacati che lo firmino risulti non inferiore al 51%. Ed in questo Cgil, Cisl e Uil, tutti e tre insieme, superano abbondantemente tale limite. Tale esclusione, è contenuta nel decreto legislativo 165/2001.

Sul nuovo contratto tale disposizione si trova all’articolo 22 dell’intesa, anche se, non vieta espressamente la partecipazione dei sindacati non firmatari dall’informazione e dal confronto.

Fabrizio De Angelis

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