Durissimo il documento approvato dal Congresso Regionale Anp Lazio sull’ipotesi del contratto scuola 2016-18.
Il contratto, osserva preliminarmente l’Anp Lazio, è “figlio legittimo dell’accordo Governo-sindacati del 30 novembre 2016, nel senso che ne eredita gli aspetti più marcati e soprattutto la filosofia anti-legge 107”.
Peraltro, prosegue l’Anp, “nelle quasi 180 pagine, molte questioni di rilievo non vengono ancora risolte e sono rinviate a sessioni ulteriori, mentre quelle relative alla demolizione dell’impianto legislativo e alla riaffermazione del primato contrattuale sono tutte presenti e puntigliosamente sottolineate”.
Il caso più evidente è “l’ennesimo rinvio del codice disciplinare, che sarebbe risibile se non fosse vergognoso”.
“Non occorre avere una memoria da elefante – sottolinea l’Anp Lazio – per ricordare che il primo di tali rinvii risale addirittura al 1994 (“fino al riordinamento degli organi collegiali …” – campa cavallo!). E da allora, puntualmente, ad ogni rinnovo di contratto, la materia è stata rinviata. Questa volta è stato fissato un termine (luglio 2018): vedremo se sarà rispettato”.
Ma ciò che non va davvero giù ai dirigenti Anp laziali è “il saccheggio del fondo per la premialità (cosiddetto “bonus”), una parte del quale entra nel FIS ed è distribuito a pioggia a tutto il personale, compresi i supplenti annuali. Il resto dovrebbe diventare oggetto di contrattazione d’istituto. Con buona pace del merito e della legge”.
E non manca, nel documento dell’Anp, un po’ di ironia su un articolo del contratto che è stato enfatizzato anche dalla stessa ministra Fedeli: “Fra le semplici sciocchezze va catalogata la definizione di ‘comunità educante’, la quale dice cose scontate, ma pomposamente introduce un nuovo soggetto di diritti e doveri del quale fanno parte anche persone terze, di cui – ovviamente – non è stato acquisito il parere. Che si tratti dei genitori fa parte delle ovvietà; ma che si pensi di poter regolare per contratto anche interessi di soggetti che non ne sono rappresentati è una prova aggiuntiva della convinzione di poter occupare qualunque spazio della società civile senza render conto”.
“L’analisi di un testo così complesso e di tutte le questioni che esso rinvia a sequenze successive – afferma ancora l’Anp – richiederà tempo. Nel frattempo, non sarà priva di peso un’osservazione: l’ipotesi, per il momento, è stata firmata solo da FLCGIL, CISL e UIL. Non da SNALS e GILDA UNAMS. In sostanza – e tanto per ribadire la filiazione diretta rispetto all’intesa del 30 novembre – solo da chi ha firmato quell’intesa. Che continua a cantarsela e suonarsela, senza remore particolari rispetto agli altri soggetti sociali che non si allineano”.
L’Anp fa anche rilevare che, per ora, l’accordo sottoscritto è solo una “ipotesi di contratto” e pertanto “le previsioni ivi contenute sono prive di efficacia e, quindi, improduttive di effetti giuridici fino alla sottoscrizione definitiva del CCNL che avverrà solo al termine di un complesso iter procedurale di controllo e alla conseguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”.
Secondo l’ANP, che solleva indirettamente una questione normativa di non poco contro, “i contratti integrativi d’istituto già eventualmente sottoscritti sono pienamente efficaci e, qualora la trattativa sia ancora in corso, devono essere applicate le regole al momento vigenti secondo il noto principio tempus regit actum”.
L’Anp Lazio non lo scrive apertamente ma basta leggere fra le righe per capire che l’applicazione del nuovo contratto scuola non sarà facile e le interpretazioni di parte proposte in questi giorni dai sindacati firmatari saranno contrastate con ogni mezzo dalla Associazione nazionale presidi che, a livello nazionale, non ha affatto escluso di rivolgersi ai soggetti che dovranno dare il via libera al contratto stesso (Ragioneria generale dello Stato, Dipartimento Funzione Pubblica e Corte dei Conti).
Come abbiamo già avuto modo di scrivere ci troviamo di fronte ad un contratto che scaricherà il contenzioso sulle singole scuole con innegabili ripercussioni negative sul buon funzionamento delle istituzioni scolastiche.
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