Sul contratto scuola ANP dà un giudizio nettamente negativo: “Il testo del nuovo CCNL del comparto ‘istruzione e ricerca– si legge in un comunicato della Associazione Nazionale Presidi – conferma, una volta di più, che per i sindacati che hanno sottoscritto l’ipotesi la qualità dell’istruzione e gli interessi degli stessi lavoratori non contano”.
Sindacati contro merito e qualità…
“Conta solo – prosegue l’ANP – condizionare (in peggio) le politiche governative, ridurre le (già modeste) risorse economiche destinate a premiare i migliori e ritardare (al massimo) la definizione di un sistema disciplinare più chiaro e rigoroso. Nulla di nuovo, insomma: i migliori non vanno premiati e i peggiori non vanno sanzionati!”
L’ANP osserva che in tal modo “la scuola rimane l’unico settore della Pubblica Amministrazione incapace di riconoscere e premiare l’impegno e di utilizzare la leva del merito per il miglioramento della qualità del servizio”.
Antonello Giannelli, presidente dell’ANP, si rivolge anche a coloro che fruiscono del servizio scolastico: “È necessario che tutto questo sia ben chiaro al Paese, alle famiglie e al personale tutto, destinatario – peraltro – di aumenti risibili (figli della deprecabile Intesa del 30 novembre 2016)”.
… ma sono salve molte prerogative dei dirigenti scolastici
L’ANP evidenzia peraltro alcuni aspetti importanti dell’accordo appena siglato che prevede “la definitiva ammissione della non contrattabilità dell’organizzazione del lavoro (le ben note lettere h, i ed m del secondo comma dell’articolo 6 del vecchio contratto)”
“Non contrattabilità – sottolinea Giannelli – che abbiamo sempre sostenuto e che i Giudici del Lavoro hanno ormai da tempo univocamente riconosciuto”.
Sulla questione del codice disciplinare l’ANP ricorda “i dirigenti scolastici continueranno ad applicare le regole fissate dagli articoli 55 e seguenti decreto legislativo 165/2001, come novellato dalla riforma Madìa”.
Impietoso e polemico il giudizio complessivo: “L’ipotesi firmata rivela la volontà di tutelare gli interessi corporativi di alcune sigle sindacali e il disinteresse per il rilancio della scuola e delle professionalità che la animano ogni giorno”.