E’ in dirittura d’arrivo l’iter che porterà alla firma definitiva del contratto scuola 2016/2018, firmato lo scorso 9 febbraio dai sindacati. Infatti, dopo il disco verde del MEF, è arrivato l’ok da parte del Consiglio dei Ministri, come annunciato dalla Minsitra Valeria Fedeli. Adesso, si attende solo l’ok della Corte dei conti.
“Dopo il via libera di oggi in Consiglio dei Ministri, dichiara Fedeli, il contratto del comparto del settore ‘Istruzione e Università’, rinnovato lo scorso febbraio dopo oltre otto anni di attesa, può essere ora trasmesso alla Corte dei Conti per la validazione definitiva, preliminare alla sua concreta applicazione.
La Ministra tiene a sottolineare come “questo nuovo contratto apre una nuova era di valorizzazione del ruolo di chi opera nei settori della conoscenza. Ma è un punto di partenza, non un traguardo raggiunto e da archiviare. Bisogna continuare a impegnarsi per garantire continuità didattica alle nuove generazioni, stabilità, riconoscimento professionale e condizioni di lavoro dignitose alle dipendenti e ai dipendenti. In una società e in un’economia della conoscenza, come sono quelle in cui viviamo, l’investimento sul sapere è fondamentale per garantire alle giovani, ai giovani e al Paese un futuro di qualità”.
Il comunicato del Miur ricorda i numeri che riguardano la questione contrattuale: si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018 e coinvolge 1.191.694 dipendenti, oltre un milione nella sola scuola, 53.000 nelle Università (esclusi le docenti e i docenti universitari), 24.000 negli Enti di ricerca e 9.500 nell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM).
Tra le novità previste, incrementi stipendiali, ma anche regole innovative per migliorare l’organizzazione del lavoro e le relazioni sindacali e tutelare e riconoscere l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori.
Aumenti e arretrati più vicini
Questo ultimo passaggio significa che gli aumenti e gli arretrati previsti dal nuovo contratto sono più vicini e quindi potrebbe anche confermarsi l’ipotesi di una emissione speciale ad aprile con gli arretrati del personale scolastico.
Ricordiamo che per gli stipendi più bassi verrà introdotto un meccanismo perequativo che riguarda però solamente il periodo marzo/dicembre 2018 e che cesserà quindi di essere erogato a partire da gennaio 2019.
Per il personale Ata è prevista un ritocco dell’importo del “compenso individuale accessorio”; per gli insegnanti, invece, c’è un leggero aumento della cosiddetta “retribuzione professionale docente” (entrambe queste voci vengono erogate per 12 mensilità e non per 13).
Una avvertenza finale: gli importi sono lordi, in busta paga a docenti e Ata arriveranno cifre decurtate di un 35-40% a seconda dello scaglione stipendiale (per gli arretrati esiste però una tassazione leggermente più favorevole, quindi il “taglio” è inferiore).
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