E’ arrivato l’ok da parte del Ministero dell’Economia per quanto riguarda l’ipotesi di contratto del comparto scuola, sottoscritta dai sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola lo scorso 9 marzo.
Con il via libera da parte del MEF, si dovrebbero sbloccare i fondi che consentirebbero l’emissione speciale per docenti e ATA con gli aumenti previsti dall’ipotesi e gli arretrati.
Il fatto che il MEF abbia dato via libera è sicuramente un fatto positivo, e a questo punto, dovrebbe essere sempre più probabile l’emissione speciale ad aprile, in cui arriveranno gli aumenti e gli arretrati per gli insegnanti e il personale ATA.
Bisogna però ancora aspettare la firma della Corte dei Conti, che però non rappresenterebbe un problema anche ai fini della tempistica utile per gli aumenti e gli arretrati previsti dal contratto.
Contratto che ancora deve essere firmato e che, come sappiamo, con ogni probabilità non vedrà la collaborazione di Snals e Gilda, i due sindacati che hanno deciso di non approvare l’ipotesi del 9 febbraio.
Tuttavia, anche se dovessero mancare le firme dei 2 sindacati “ribelli”, il contratto sarà firmato comunque, come riporta anche Italia Oggi, che richiama il decreto legislativo 165/2001, prevedendo che, affinché il contratto possa essere considerato valido, è sufficiente che i sindacati firmatari, tutti insieme, vantino un tasso di rappresentatività superiore al 50% +1. Ed è proprio il caso di Cgil, Cisl e Uil, che, sommati insieme, superano largamente tale soglia.
Non solo: Snals e Gilda resterebbero fuori anche dalla contrattazione integrativa. Infatti, sul nuovo contratto tale disposizione si trova all’articolo 22 dell’intesa, anche se, non vieta espressamente la partecipazione dei sindacati non firmatari dall’informazione e dal confronto. Tuttavia, bisogna dire, che tale lacuna potrebbe essere corretta prima della firma definitiva.
La contrattazione integrativa, ricordiamo, sarà triennale, ad eccezione di alcune materie (ad esempio sui criteri di ripartizione delle risorse del MOF e la definizione di alcuni compensi oppure sulle utilizzazioni).
Prendendo in riferimento la scheda della Flc Cgil, la contrattazione integrativa si svolge su materie diverse a seconda del diverso livello; non è possibile duplicare le materie tra i diversi livelli, ma è prevista la possibilità che il livello superiore deleghi alcune parti a quello inferiore.
Ad esempio sono oggetto di contrattazione annuale nazionale i criteri per le utilizzazioni di tutto il personale, e non a livello regionale, a meno che il CCNI non gli deleghi alcuni aspetti. I criteri di assegnazione del personale alle diverse sedi della scuola sono materia oggetto di confronto di scuola tra RSU e dirigente scolastico, ma il CCNI nazionale può delegare alcuni aspetti alla contrattazione di scuola (ad esempio quando le sedi sono ubicate in diversi comuni come già previsto anche per il prossimo anno dal CCNI sulla mobilità del 2017-2018 e già prorogato anche per il 2018-2019).
La mobilità territoriale e professionale continuerà ad essere regolata (a partire dal 2019-2020) dal contratto integrativo nazionale che però diventa triennale. Al contrario, i trasferimenti e passaggi rimarranno annuali.
Inoltre, l’altra novità, solo per i docenti, è che nel caso in cui si ottenga, a domanda volontaria, la titolarità direttamente su scuola (come noto per il prossimo anno sarà possibile esprimere fino ad un massimo di 5 scuole) allora si dovrà permanere in quella scuola scelta per non meno di 3 anni al fine di garantire la continuità didattica. Questo vincolo non c’è nel caso in cui si ottenga un trasferimento o passaggio su ambito oppure nel caso in cui ci si debba trasferire a domanda condizionata perché perdenti posto.
Il contratto, ricordiamo, riguarda il triennio 2016/2018 e prevede aumenti che decorrono dal 1° gennaio 2016 e poi dal 1° gennaio 2017.
Per gli stipendi più bassi verrà introdotto un meccanismo perequativo che riguarda però solamente il periodo marzo/dicembre 2018 e che cesserà quindi di essere erogato a partire da gennaio 2019.
Per il personale Ata è prevista un ritocco dell’importo del “compenso individuale accessorio”; per gli insegnanti, invece, c’è un leggero aumento della cosiddetta “retribuzione professionale docente” (entrambe queste voci vengono erogate per 12 mensilità e non per 13).
Una avvertenza finale: gli importi sono lordi, in busta paga a docenti e Ata arriveranno cifre decurtate di un 35-40% a seconda dello scaglione stipendiale (per gli arretrati esiste però una tassazione leggermente più favorevole, quindi il “taglio” è inferiore).
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