“Il rinnovo del contratto siglato stanotte riguarda 1,2 milioni di dipendenti. Siamo molto soddisfatti per l’intesa raggiunta che, voglio ricordarlo, arriva dopo otto anni di mancati rinnovi. Avevamo preso un impegno preciso, lo abbiamo mantenuto. Abbiamo lavorato, in questi mesi, nel solco dell’intesa siglata il 30 novembre del 2016 e siamo andati anche oltre, riuscendo a garantire aumenti superiori a quelli previsti, con l’obiettivo di dare il giusto e necessario riconoscimento professionale ed economico alle nostre lavoratrici e ai nostri lavoratori. Perché valorizzare chi opera nei settori della conoscenza, ne siamo convinti, significa impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre giovani e ai nostri giovani”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, commenta il rinnovo del contratto, avvenuto stamattina, del comparto del settore ‘Istruzione e Università’ che comprende Scuola, Università, Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), Ricerca. Sono esclusi i docenti universitari, il cui rapporto di lavoro non è contrattualizzato.
“Il contratto siglato è il frutto di un importante e serrato lavoro di confronto. Ringrazio le Organizzazioni sindacali, l’Aran, la Funzione pubblica che hanno operato per raggiungere questo risultato, che rappresenta non un punto di arrivo, ma di partenza. Gli aumenti garantiti e le novità contenute nel contratto avviano un percorso significativo di valorizzazione delle professionalità che lavorano nei nostri settori. È stato raggiunto un risultato che offre migliori condizioni ai dipendenti, penso ad esempio alla qualità delle relazioni sindacali, e che mette al centro anche le nostre ragazze e i nostri ragazzi con regole certe per la continuità didattica. Si tratta di un lavoro che ora deve proseguire con convinzione, nella consapevolezza che viviamo in una società e in una economia della conoscenza in cui ciò che offriamo sul piano della formazione ai nostri giovani è centrale per un futuro che li veda protagonisti e capaci di interagire con i cambiamenti in atto e non di subirli. Con il rinnovo abbiamo segnato una pagina importante che non deve restare isolata”, chiude Fedeli.
“Proseguiamo il lavoro iniziato tre anni fa: dopo il contratto degli statali, quello del comparto sicurezza e difesa e dei vigili del fuoco, abbiamo rinnovato anche il contratto del comparto conoscenza. Un riconoscimento giusto e doveroso a tutte le donne e gli uomini che si occupano della formazione e della crescita dei bambini e dei ragazzi”, sottolinea la Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia.
Sono coinvolti dal rinnovo 1.191.694 di dipendenti, oltre un milione nella sola scuola, 53.000 nelle Università (esclusi le e i docenti universitari), 24.000 negli Enti di ricerca e 9.500 nell’AFAM. Il nuovo contratto si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018.
In particolare il comparto e l’area dirigenziale dell’Istruzione e della Ricerca comprendono i dipendenti:
– della Scuola: docenti, educatori, amministrativi, tecnici ed ausiliari;
– dell’AFAM: direttori, docenti, coordinatori, assistenti, coadiutori;
– dell’Università: dirigenti, elevate professionalità e personale amministrativo;
– degli Enti pubblici di ricerca: personale amministrativo e tecnico, tecnologi e ricercatori di 21 enti.
A tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori sarà riconosciuto l’aumento stipendiale previsto dall’intesa del 30 novembre 2016 tra Governo e Organizzazioni sindacali, anche grazie alla previsione di un apposito intervento perequativo, che interessa soprattutto le qualifiche iniziali. Il contratto, inoltre, per valorizzare ulteriormente la professionalità dei docenti delle istituzioni scolastiche e dell’AFAM e il fondamentale ruolo che rivestono nella società, assegna loro un ulteriore riconoscimento economico, che consente di giungere a un incremento stipendiale complessivo medio di 96 euro al mese per i docenti delle scuole (gli aumenti vanno da 80,40 euro a 110) e di 105 euro al mese per i docenti dell’AFAM. Più di quanto previsto dall’intesa di novembre. Per gli ATA delle scuole l’incremento medio è di 84,5 euro (si va da un minimo di 80 a 89 euro), per l’università di 82 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l’area amministrativa della ricerca di 92 euro, per l’ASI di 118 euro. Salvaguardato, per le fasce retributive più basse, il bonus di 80 euro.
Non solo incrementi stipendiali. Con la firma del contratto scuole, università, enti di ricerca e istituzioni AFAM si avvantaggeranno anche di regole innovative per migliorare l’organizzazione del lavoro e tutelare e riconoscere l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori.
Scuola
Per la prima volta, il contratto riconosce la scuola quale comunità educante, di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, ispirata ai valori democratici e alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. Vengono regolate la parte normativa del rapporto di lavoro e le relazioni sindacali, intervenendo sui relativi strumenti, per consentire un corretto e proficuo confronto, e consentendo alla contrattazione integrativa di finalizzare specifiche materie in tema, tra l’altro, di offerta formativa e di processi di innovazione e valorizzazione delle professionalità. Il personale docente e ATA delle scuole beneficerà di una sequenza contrattuale che servirà a studiare un nuovo modello di sviluppo professionale, adeguato ai tempi. Per i docenti, ciò potrà portare, per la prima volta, ad istituire una carriera.
Si prevede la contrattazione dei criteri generali per la determinazione dei compensi per valorizzare il merito dei docenti, ferma restando la procedura di assegnazione. Entra così a regime il cosiddetto “bonus” dei docenti, previsto dalla legge 107 del 2015.
Centralità viene poi data anche all’esigenza fondamentale di garantire sempre di più il principio della continuità didattica alle ragazze e ai ragazzi: i docenti rimarranno per almeno tre anni sull’istituzione scolastica assegnata e richiesta volontariamente. Il contratto prevede anche nuove misure a salvaguardia delle studentesse e degli studenti e di un sano rapporto con le loro e i loro docenti. Si prevedono misure disciplinari per chi usa in modo improprio, ovvero con fini non coerenti con l’obiettivo dell’istruzione, della formazione e dell’orientamento, i canali di comunicazione informatici o i social per relazionarsi con gli studenti. I docenti che dovessero violare la fiducia accordatagli, mettendo in atto comportamenti o molestie di carattere sessuale nei confronti dei loro alunni, saranno licenziati.
Università, Ricerca, AFAM
Per le Università, nello specifico, si prevedono misure innovative per il personale che lavora nelle Aziende ospedaliere nonché per i Collaboratori ed esperti linguistici, risolvendo alcune questioni rimaste aperte da tempo e mai risolte. Inoltre – aspetto particolarmente qualificante – sono previste nella sequenza contrattuale maggiore flessibilità per le categorie e la creazione di nuove aree professionali.
Per gli Enti di ricerca si confermano le forti specificità già significativamente riconosciute dal decreto legislativo 218 del 2016 per il ruolo e per l’importanza che rivestono i ricercatori e tecnologi per la crescita e l’evoluzione del sistema Paese. Sono introdotte misure per la maggiore flessibilità del Fondo per le progressioni economiche del personale.
Per il personale delle AFAM, si prevede che il ruolo di professore di seconda fascia divenga ad esaurimento, puntando a un modello che vede il passaggio verso la prima fascia e fatte salve le graduatorie esistenti.
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