Nel comparto scuola le relazioni sindacali non sembrano affatto migliorare, anzi addirittura pare che si vada verso un peggioramento.
Dopo lo “strappo” di fine gennaio quando il CCNI in materia di mobilità venne firmato dalla sola Cisl Scuola, adesso i problemi riguardano il protocollo sulla sicurezza sul quale – almeno fino a questo momento – non è stato trovato nessun tipo di accordo con nessuna delle sigle che stanno partecipando agli incontri.
Secco il commento di Flc-Cgil: “Un Ministero che sfugge al confronto, che ignora le relazioni sindacali, che opera con atti unilaterali, credendo di agire con sicurezza e rapidità di esecuzione, finisce invece per evidenziare solo sicumera che crea problemi piuttosto che risolverli”.
Secondo Cisl Scuola sono due i punti di criticità: “la gestione dei lavoratori fragili, per i quali deve essere prevista la possibilità di lavorare a distanza, e le modalità e i criteri per la didattica a distanza per la quale abbiamo sottoscritto a suo tempo un Contratto Integrativo del quale deve essere verificata la piena esigibilità anche in questa parte dell’anno scolastico”.
Ed è in questo clima non particolarmente sereno che si apriranno martedì 5 i seggi elettorali per il rinnovo delle rappresentanze sindacali di istituto.
Elezioni che, detto per inciso, potrebbero evidenziare un calo significativo dei sindacati di base che, secondo le prime stime del tutto ufficiose, hanno presentato un numero di liste complessivamente minore rispetto al passato.
Ma, ovviamente, per fare qualche considerazione accurata è necessario attendere la conclusione dell’intera procedura elettorale.
Resto il fatto che le difficili relazioni sindacali di questo momento influiranno sulla ormai imminente apertura del tavolo di confronto per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Va anche rilevato che il contratto che verrà concluso riguarderà il triennio 2019/2021: ciò significa che il contratto che si firmerà sarà di fatto già scaduto da diversi mesi.
Sulla data della firma è difficile fare previsioni: sul “piatto” ci sono in questo momento soldi per un aumento medio di poco superiore ai 100 euro lordi mensili, ma i sindacati chiedono ulteriori risorse.
Risorse che però, molto difficilmente, il Governo potrebbe stanziare in corso d’anno. Per avere la certezza di un aumento più significativo bisognerebbe attendere la prossima legge di bilancio, ma questo vorrebbe dire spostare la conclusione della trattativa ai primi mesi del 2023.
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