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Contratto scuola: dopo la firma dell’accordo per i docenti degli Enti locali sarà difficile andare molto al di là dei 100 euro di aumento

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E’ stato stipulato nei giorni scorsi il pre-accordo contrattuale del personale degli enti locali.
Superati i consueti controlli (Corte dei Conti e così via) l’accordo sarà ratificato con un Contratto nazionale.
L’accordo merita di essere esaminato, seppure sommariamente, in quanto riguarda anche un certo numero di docenti dipendenti dai Comuni (si tratta prevalentemente di insegnanti di scuola dell’infanzia); le ipotesi contrattuali individuate e sottoscritte dalle parti potrebbero prefigurare anche le possibili soluzioni per il personale della scuola statale.

Per i docenti dei Comuni aumenti non superiori ai 100 euro

Partiamo per esempio dagli aspetti strettamente economici: con il nuovo contratto il personale docente dei Comuni dovrebbe avere un aumento mensile che non arriverà a un centinaio di euro.
Attualmente le retribuzioni degli insegnanti di infanzia degli enti locali e dello Stato sono all’incirca equivalenti, con la differenza che negli Enti Locali l’orario è di 36 ore ed è comprensivo degli impegni funzionali all’insegnamento (programmazione didattica, ecc..) mentre nella scuola statale l’orario è di 25 ore a cui vanno aggiunte le attività funzionali.
Diciamo che “grosso modo” i due contratti si equivalgono.
A questo punto risulta complicato pensare che al personale della scuola statale venga riconosciuto un aumento molto superiore a quello che già è stato sottoscritto fra Aran e sindacati degli Enti Locali.
In caso contrario si potrebbe innescare una sorta di “rincorsa salariale” che “costringerebbe” i sindacati del comparto Enti locali ad alzare significativamente la posta in vista del prossimo contratto nazionale.

Il “caso” del coordinatore pedagogico


Ma “spulciando” il testo del pre-accordo di inizio agosto si scoprono aspetti interessanti.
L’articolo 94 bis dell’intesa prevede la figura del “coordinatore pedagogico” che “svolge le attività attinenti alla sua competenza professionale specifica assicurando la funzione di coordinamento pedagogico, indirizzo e sostegno professionale al lavoro individuale e di gruppo degli educatori/insegnanti e del personale ausiliario”.
“Il coordinatore – si legge ancora nel pre-accordo – promuove altresì l’incontro tra gli educatori/insegnanti e i genitori dei bambini per confrontarsi sulla progettazione educativa e sulle prospettive dell’educazione dei bambini e cura il raccordo tra le istituzioni scolastiche ed educative e i servizi sociali e sanitari”.
Si tratta di una funzione che comporta una specifica indennità inserita nella retribuzione e che, in qualche misura, configura una forma di “carriera” all’interno del profilo del docente.
Vedremo se nel CCNL del comparto scuola l’Aran riuscirà a concordare con i sindacati soluzioni analoghe o se, in nome della parola d’ordine “no alla gerarchizzazione” che circola nei social, tutto resterà fermo come da due decenni a questa parte.