Con la ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie si riaprirà il dibattito sui problemi del contratto del personale della scuola.
Difficile fare previsioni sui tempi che occorreranno perché si possa chiudere la trattativa, dal momento che la storia recente e non dei contratti-scuola ha sempre riservato qualche sorpresa.
Qualche segnale positivo non manca: all’indomani dell’incontro del 19 dicembre fra Governo e Sindacati la stessa Cgilscuola aveva commentato la situazione con toni abbastanza distensivi.
In effetti le risorse per attribuire qualche aumento non del tutto disprezzabile sembrano esserci; nessun dubbio sul recupero dell’inflazione (poco meno del 6 cento, pari ad un aumento mensile di un centinaio di euro lordi per ciascun dipendente); inoltre sono disponibili per il primo biennio economico 2002/2003 circa 1.100 milioni di euro, praticamente poco più di un migliaio di euro lordi pro-capite.
Le difficoltà potrebbe essere di ben altro genere.
Intanto c’è la questione dello stato giuridico dei dipendenti della scuola, terreno sul quale lo scontro si preannuncia duro e con esiti incerti.
Da un lato il Governo ha in mente di rivedere integralmente l’attuale impianto normativo che in sostanza risale ancora al D.P.R. 417 del 1974 (uno dei famosi "decreti delegati"); i Sindacati rivendicano invece il carattere pienamente (ed esclusivamente) contrattuale dell’intera materia (ma a dire il vero le organizzazioni sindacali vorrebbero contrattualizzare anche molti altri aspetti della funzionamento delle istituzioni scolastiche, come per esempio l’impiego delle risorse finanziarie).
In proposito il testo della piattaforma confederale non lascia spazio ad equivoci: "A tutela dei diritti dei lavoratori, il contratto deve diventare l’unico riferimento per la disciplina del rapporto di lavoro.Tutte le disposizioni riferite alla parte contrattualizzata del rapporto di lavoro regolate con provvedimenti legislativi od amministrativi ancora in vigore vanno disapplicate".
E poi c’è il fatto che l’ipotesi dell’area separata per il contratto dei docenti appare ormai del tutto tramontata: d’altronde i confederali non sono sembrati mai particolarmente entusiasti di questa soluzione e durante i recenti incontri con il Governo l’argomento è rimasto praticamente in ombra.
Si torna invece a parlare delle figure di sistema per le quali i sindacati confederali chiedono a gran voce, come si legge nella piattaforma contrattuale, "uno specifico intervento legislativo che dovrà prevedere la loro istituzione, le modalità di selezione, il reclutamento e la dotazione organica".
Ma sulle figure di sistema i sindacati confederali potrebbero trovarsi in disaccordo con i sindacati di base e forse anche con una parte della stessa categoria dei docenti. E quindi potrebbero decidere di tralasciare ben presto questa richiesta contrattuale.
Non a caso – d’altronde – sulle figure di sistema sembra puntare molto l’Anp (Associazione nazionale presidi) che proprio un mese fa, in occasione del Congresso nazionale ha deciso di consentire alle "alte professionalità" presenti nella scuola (vicari e collaboratori del dirigente scolastico innanzitutto) di iscriversi all’Associazione e di chiedere rappresentanza sindacale.
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