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Contratto scuola, è ufficiale: la Uil non firmerà l’accordo. Lo ha deciso l’Esecutivo nazionale

La decisione assunta qualche giorno fa dall’Esecutivo nazionale della Uil Scuola di non firmare il CCNL sottoscritto come ipotesi il 14 luglio scorso potrebbe creare non pochi problemi all’interno dello schieramento sindacale.
La scelta del sindacato di Giuseppe D’Aprile sta nero su bianco in un documento a firma della Segreteria nazionale in cui si rileva innanzitutto che dai primi di settembre ad oggi si sono svolte 20 assemblee regionali alla presenza del quadro dirigente territoriale (segreterie, organismi, RSU e terminali associativi) ma anche più di

100 assemblee territoriali aperte alla partecipazione del personale scolastico.

L’ampia consultazione ha evidenziato la pressoché unanime condivisione della scelta di non procedere alla sottoscrizione dell’ipotesi di rinnovo del CCNL 2019/21.

Secondo gli organismi nazionali della Uil Scuola il contratto sarebbe non solo “regressivo, in quanto lesivo dei diritti dei lavoratori della scuola” ma anche “divisivo, perché destruttura la Comunità educante valorizzata con il precedente CCNL 2016/18”.

Senza trascurare il fatto che ci si troverebbe di fronte ad un atto “riduttivo del modello di scuola autonoma statale di rango costituzionale” oltre che “limitativo della contrattazione di secondo livello”.


Nel corso dell’Esecutivo nazionale il sindacato ha manifestato anche l’intenzione di “organizzare e sviluppare ulteriori iniziative di analisi e di approfondimento dei percorsi riformatori che il Governo sta continuando a mettere in atto depotenziando il sistema di istruzione statale costituzionale (riforma dell’istruzione tecnica e professionale) utilizzando e valorizzando, anche i propri enti strumentali (IRASE)”.
La mancata firma del CCNL potrebbe comportare però l’esclusione della Uil Scuola dalla attività negoziale integrativa: nel concreto, per esempio, la Uil Scuola potrebbe restare esclusa dalla contrattazione sulla mobilità, mentre le segreterie provinciali potrebbero non avere più diritto ad essere presenti alle contrattazioni di istituto.

Proprio per questo, la Segreteria nazionale ha già “esplicitato l’intendimento di avviare una forte azione di contenzioso di natura giurisdizionale per contrastare l’eventuale esclusione della stessa dai tavoli di contrattazione (sia nazionali che territoriali)”.

Le motivazioni di tale contenzioso con l’Amministrazione “possono sintetizzarsi nell’assoluta iniquità della norma che, qualora applicata nella sua integralità, determinerebbe la violazione del potere di rappresentanza dell’organizzazione sindacale non firmataria con un condizionamento difficile da dimostrare in termini di volontà politica, visto che la parte economica è stata sottoscritta e regolamentata in occasione dell’accordo del 6 dicembre 2022”.
La decisione della Uil Scuola non potrà che complicare ancora di più i rapporti fra le diverse sigle sindacali: l’asse Cgil-Uil che sembrava essersi creato nelle ultime settimane (prendono avvio il 17 novembre prossimo una serie di scioperi e manifestazioni dei due sindacati contro le politiche del Governo) potrebbe facilmente rompersi e dare ancora più fiato alla Cisl che continua a mantenere una sua posizione coerente seppure “moderata” e dialogante con il Governo e con il Ministro in particolare.
Le prossime settimane saranno decisive e l’esito degli scioperi programmati dai due sindacati potrebbe determinare qualche smottamento in una direzione o nell’altra.

Reginaldo Palermo

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