Manca ormai poco per la firma definitiva del contratto scuola 2016/2018, firmato lo scorso 9 febbraio dai sindacati. Infatti, dopo il disco verde del MEF, è arrivato l’ok da parte del Consiglio dei Ministri, come annunciato dalla ministra Valeria Fedeli. Adesso, si attende solo l’ok della Corte dei conti. l’ultimo step prima della sottoscrizione definitiva e della relativa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il vaglio della Corte dei conti dovrebbe concludersi nell’arco di un paio di settimane. E se i tempi previsti saranno rispettati, nel cedolino di aprile i docenti e il personale Ata dovrebbe trovare i 50 euro netti in più previsti dall’accordo e gli arretrati (circa 400 euro netti).
L’ipotesi è stata siglata solo da Cgil, Cisl e Uil. Snals e Gilda non firmeranno l’accordo, ma il contratto scuola dispiegherà regolarmente i suoi effetti.
Il decreto legislativo 165/2001 prevede che per essere valido il contratto i sindacati firmatari vantino complessivamente un tasso di rappresentatività superiore al 50% +1. (Cgil, Cisl, Ul superano questa soglia).
Se Snals e Gilda-Unams dovessero rifiutare di firmare anche l’accordo definitivo, segnala Italia Oggi, rimarrebbero fuori dalla contrattazione integrativa fino al prossimo rinnovo del contratto nazionale
Il contratto si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018 e coinvolge 1.191.694 dipendenti, oltre un milione nella sola scuola, 53.000 nelle Università (esclusi le docenti e i docenti universitari), 24.000 negli Enti di ricerca e 9.500 nell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM).
Tra le novità previste, incrementi stipendiali, ma anche regole innovative per migliorare l’organizzazione del lavoro e le relazioni sindacali e tutelare e riconoscere l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori.
Questo ultimo passaggio significa che gli aumenti e gli arretrati previsti dal nuovo contratto sono più vicini e quindi potrebbe anche confermarsi l’ipotesi di una emissione speciale ad aprile con gli arretrati del personale scolastico.
Ricordiamo che per gli stipendi più bassi verrà introdotto un meccanismo perequativo che riguarda però solamente il periodo marzo/dicembre 2018 e che cesserà quindi di essere erogato a partire da gennaio 2019.
Per il personale Ata è prevista un ritocco dell’importo del “compenso individuale accessorio”; per gli insegnanti, invece, c’è un leggero aumento della cosiddetta “retribuzione professionale docente” (entrambe queste voci vengono erogate per 12 mensilità e non per 13).
Una avvertenza finale: gli importi sono lordi, in busta paga a docenti e Ata arriveranno cifre decurtate di un 35-40% a seconda dello scaglione stipendiale (per gli arretrati esiste però una tassazione leggermente più favorevole, quindi il “taglio” è inferiore).
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