Con la presentazione dell’atto di indirizzo ai sindacati da parte del Ministro, prevista per domani 1° febbraio prende finalmente avvio la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del comparto scuola.
La questione più complicata da risolvere è certamente quella economica perché le risorse messe finora in campo sono modeste o comunque molto lontane dalle aspettative delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori della scuola.
Fino a due mesi fa, prima della approvazione della legge di bilancio, erano disponibili per il contratto scuola risorse sufficienti a garantire un aumento medio di 85-88 euro a testa. Poi con la legge di bilancio sono 2022 sono stati stanziati altri 300 milioni ma solo per la valorizzazione della professionalità docente: con questo stanziamento si dovrebbe arrivare, per gli insegnanti, ad un aumento di circa 100 euro, considerato ancora poco significativo dai sindacati del comparto.
Secondo alcune indiscrezioni di questi giorni, riportate anche dal Sole 24 ore nella edizione del 31 gennaio, il Governo starebbe però pensando ad una variazione di bilancio da approvare con la prossima manovra di scostamento: si parla di 200 milioni che porterebbero l’incremento complessivo a 110 euro circa.Si tratta, ovviamente, di cifre lorde che, calcolate al netto, si riducono di almeno un terzo.
Ma c’è un altro grande tema che sarà oggetto di trattative fra Aran e sindacati: il contratto nazionale, infatti, riguarda non solo gli aspetti economici ma anche quelli normativi.
E, in questa circostanza, si parlerà certamente della formazione del personale e dei docenti in particolare: ne verrà riconfermata l’obbligatorietà? E, se sì, a quali condizioni ed entro quali limiti orari?
C’è poi una questione delicatissima da affrontare, ed è quella della carriera docente e, in particolare, del riconoscimento giuridico ed economico della funzione dei collaboratori del dirigente scolastico e di altre figure di sistema sempre più fondamentali per il funzionamento delle istituzioni scolastiche.
Ed è anche probabile che si parlerà della revisione delle regole sul cosiddetto “diritto alla disconnessione” introdotte con il precedente contratto ma che non avuto l’esito che i sindacati speravano.
La carne sul fuoco è tanta e le condizioni in cui si svolgerà la trattativa non sono particolarmente tranquille: lo “strappo” fra le sigle sindacali che si è avuto pochi giorni fa dopo la firma del contratto sulla mobilità da parte della sola Cisl Scuola renderà tutto molto difficile e non è neppure da escludere che la firma dell’accordo vada piuttosto per le lunghe.
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