L’incontro di prosecuzione del negoziato all’ARAN di lunedì 15 gennaio si è incentrato prevalentemente su tre questioni: le modalità con cui definire gli incrementi economici, le procedure disciplinari e le relazioni sindacali. La discussione si è svolta ancora sugli aspetti di metodo, la cui rilevanza non è di poco conto soprattutto sulle questioni di carattere normativo.
Per quanto riguarda gli incrementi retributivi, l’ARAN ha illustrato i criteri con cui si sta elaborando la proposta che verrà portata al tavolo di trattativa: al fine di sostenere i trattamenti retributivi più bassi rispetto all’obiettivo di incremento medio fissato nell’accordo di palazzo Vidoni, si ipotizza l’introduzione di un elemento perequativo sotto forma di “una tantum” che verrebbe corrisposta dal mese di marzo e fino al mese di dicembre 2018 in aggiunta all’incremento base, anch’esso decorrente dal 1° marzo.
Prevista anche la corresponsione di arretrati relativi agli anni 2016 e 2017 e ai primi due mesi del 2018. L’indennità di vacanza contrattuale attualmente percepita si conserva e verrà conglobata nei nuovi stipendi. Prevista anche la rivalutazione di tutte le indennità a carattere continuativo attualmente corrisposte (CIA, RPD, indennità DSGA) e delle altre dotazioni finalizzate all’erogazione di salario accessorio (fondo di istituto).
Per quanto riguarda gli aspetti disciplinari, a fronte di un approccio dell’ARAN tendente a uniformare la materia in tutti i comparti e settori del lavoro pubblico è stata sottolineata, da parte di tutte le sigle sindacali, la necessità di tenere conto delle specificità riguardanti la scuola, avendo a riferimento quanto contenuto nel decreto l.vo 297/1994 (testo unico delle disposizioni riguardanti la scuola).
I nodi politici di più difficile soluzione si sono rivelati anche in questo incontro quelli relativi alle materie affidate alla contrattazione. Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la richiesta di un’esplicita attribuzione alle sedi negoziali di questioni che investono direttamente la gestione del rapporto di lavoro (articolazione dell’orario di lavoro, attribuzione della sede di servizio, ecc.), in coerenza a quanto previsto nell’accordo del 30 novembre 2016 e all’impegno di riequilibrare a favore del contratto il rapporto tra norme di legge e norme pattizie. Su questi aspetti, di rilevante valenza politica, è quanto mai indispensabile che si passi immediatamente alla puntuale individuazione delle problematiche su cui sviluppare il confronto, che non può continuare a svolgersi su mere affermazioni di principio. Serve dare più concretezza al tavolo di trattativa se si intende favorire, come nelle attese di tutti, una conclusione positiva e in tempi brevi del negoziato.
La ripresa dei lavori è già stata fissata per il pomeriggio di mercoledì 17 gennaio, ripartendo dal tema delle relazioni sindacali.
Lo affermano in una nota i sindacati confederali.