C’è delusione nel mondo della scuola per le disposizioni della legge di bilancio relative al rinnovo dei contratti pubblici.
La legge, che peraltro è ancora solamente una proposta e deve ancora passare al vaglio del Parlamento, prevede somme molto modeste per i rinnovi contrattuali del triennio 2022/2024.
L’articolo 153 del disegno di legge presentato ora dal Governo indica rispettivamente in 300 e 500 milioni gli importi previsti per il 2022 e il 2023.
Le cifre sono persino inferiori a quelle che erano state stanziate per il triennio 2019/2021 come si può osservare da questa tabella sintetica.
Con la legge di bilancio per il 2019 erano già stati stanziati 1,1 miliardi per il 2019, 1,425 per il 2020 e 1,775 per il 2021.
Con le due finanziarie successive vennero aggiunti complessivamente altri 2,325 miliardi in modo da ottenere una disponibilità totale per i rinnovi pari a 3,775 miliardi (i restanti 2,850 miliardi servono di fatto per pagare gli “arretrati” del 2019 e 2020).
2019 | 2020 | 2021 | |
Legge bilancio 2019 | 1.100 | 1.425 | 1.775 |
Legge bilancio 2020 | 325 | 1.600 | |
Legge bilancio 2021 | 400 | ||
TOTALE | 1.100 | 1.750 | 3.775 |
Va detto che gli stanziamenti della legge di bilancio 2022, peraltro modestissimi, sono necessariamente finalizzati al rinnovo dei contratti del triennio 2022/2024 che, per poter essere chiuso con risorse uguali a quelle del periodo 2019/2021, dovrebbero essere incrementati nei prossimi due anni di almeno 6 miliardi complessivi.
Ecco perché – con le risorse attuali – gli aumenti a tre cifre non ci saranno neppure nel prossimo triennio.
D’altra parte il Governo pensa di incrementare di fatto le buste-paga dei dipendenti pubblici facendo leva sulle detrazioni fiscali per gli stipendi più bassi.
In pratica, insomma, il problema potrebbe essere risolto usando una tecnica simile a quella voluta da Renzi alcuni anni fa quando però il suo “bonus” da 80 euro mensili venne definito da molti una inaccettabile “mancetta”.
Non va dimenticato poi che – proprio in queste settimane -proseguono le trattative per la chiusura dei contratti degli statali per i quali Aran e sindacati stanno facendo appunto riferimento alle risorse di cui abbiamo detto senza fare il conto su improbabili finanziamenti aggiuntivi.